Decorazioni autunnali fai da te

L’autunno è una stagione per molti ritenuta malinconica, ma in realtà è il momento dell’anno in  la natura si trasforma utilizzando una tavolozza di colori caldi e accoglienti.

È il momento perfetto per creare splendide decorazioni autunnali fai da te che trasformino la nostra casa in un rifugio invitante e avvolgente.

Le decorazioni autunnali sono anche un modo meraviglioso per celebrare la bellezza di questa stagione e portare un tocco di calore e comfort nella nostra vita quotidiana.

La ghirlanda

Una delle decorazioni autunnali più iconiche è sicuramente la ghirlanda.

Le ghirlande autunnali sono realizzate con foglie secche, fiori, frutti e rami, che riflettono i colori caldi e terrosi dell’autunno. Possono essere appese alla porta d’ingresso o utilizzate come centrotavola per aggiungere un tocco autunnale alla nostra casa. Le ghirlande possono essere acquistate già pronte o realizzate in modo personalizzato utilizzando materiali raccolti in natura.

Le zucche

Le zucche sono un simbolo autunnale per eccellenza e sono perfette per decorare la nostra casa durante questa stagione. Possono essere intagliate per creare lanterne o semplicemente disposte in modo decorativo su tavoli e davanzali. Non devono essere necessariamente arancioni; esistono varietà di colori diversi che possono essere combinate per creare composizioni affascinanti. Inoltre, possono essere utilizzate per creare centrotavola originali, utilizzando candele e fiori per un tocco di eleganza.

Per chi ha molta manualità con l’uncinetto, si può anche pensare di realizzare una zucca con l’uncinetto: risultato finale spettacolare!

Le foglie

Altro elemento abbondante e rappresentativo dell’autunno sicuramente sono le foglie. Quelle secche danno un tocco in più alle decorazioni autunnali. Possiamo raccoglierle durante una passeggiata in campagna o acquistarle in negozi specializzati. Le foglie secche possono essere utilizzate in molti modi diversi: possiamo riempire vasi di vetro trasparente per creare dei simpatici decori da tavolo, oppure incollarle su una ghirlanda per un tocco rustico. Sono anche perfette per creare bellissime composizioni su tavoli e mensole.

Le candele

Le candele sono un elemento essenziale per creare un’atmosfera accogliente in autunno. Quelle profumate con fragranze come cannella, mela e zucca possono aggiungere una nota deliziosa alla nostra casa. Possiamo posizionarle su portacandele rustici o all’interno di zucche intagliate per un effetto davvero suggestivo. O arricchite con fette di arance essiccate. Inoltre, le candele possono essere inserite in lanterne decorative da utilizzare sia all’interno che all’esterno.

Un altro modo per decorare la nostra casa in autunno è utilizzare tessuti caldi e avvolgenti. Coperte e cuscini con motivi autunnali, come foglie, zucche o castagne, possono essere distribuiti sul divano e sulle sedie per creare un ambiente confortevole e invitante. Inoltre, le tovaglie con stampe autunnali possono essere utilizzate per preparare tavole apparecchiate per cene e pranzi in compagnia.

Infine, non dimentichiamoci dei fiori. Anche se l’autunno è spesso associato a una diminuzione dei fiori in giardino, ci sono comunque molti tipi di fiori che sbocciano in questa stagione. Le dalie, i crisantemi e le calle sono solo alcune delle opzioni disponibili. Possiamo creare composizioni floreali con questi fiori e aggiungere rami di bacche e foglie per un tocco autunnale. Le composizioni floreali possono essere collocate sul tavolo da pranzo, sul camino o su qualsiasi altra superficie che desideriamo decorare.

In conclusione, le decorazioni autunnali sono un modo meraviglioso per celebrare la bellezza di questa stagione e creare un’atmosfera accogliente nella nostra casa. Con ghirlande, zucche, foglie secche, candele, tessuti e fiori, possiamo trasformare il nostro ambiente in un luogo caldo e avvolgente, perfetto per godere di tutto ciò che l’autunno ha da offrire. Che si tratti di una cena in famiglia o di una serata  con gli amici, le decorazioni autunnali renderanno l’esperienza ancora più speciale.

Come realizzare una coroncina di fiori freschi usando solo fiori

In primavera, tempo permettendo, può capitare spesso di imbattersi durante un’escursione o una gita in un bel campo di fiori. Tra i più facili da trovare e riconoscere sono sicuramente i fiori del dente di leone (tarassaco), che con il loro giallo acceso portano subito allegria.

Una simpatica attività da fare all’aperto, anche in compagnia dei bambini, può essere la realizzazione di bellissime coroncine, utilizzando esclusivamente una tecnica di intrecci, che non richiede né forbici, nastri o speciali materiali da fioristi difficili da reperire.

La tecnica è semplice e si ripete per tutta la lunghezza della coroncina. Bisogna raccogliere i fiori con attenzione, cercando di ottenere gambi di almeno 15-20 cm. La lunghezza del gambo è fondamentale per dare robustezza e corposità alla coroncina, in quanto rappresentano la sua sola struttura portante.

Si comincia avvolgendo il gambo di un dente di leone intorno ai gambi dei primi due fiori che formeranno una sorta di “locomotiva” di questo treno floreale! Si procede facendo lo stesso intreccio anche con i successivi gambi fino ad ottenere la lunghezza desiderata. Se si desidera, è possibile sfalsare la disposizione dei fiori, dunque non tutti allineati, per poter avere una coroncina molto più ricca. La coroncina si chiude annodando gli ultimi gambi intorno ai primi due fiori e rimuovendo i gambi in eccesso.

Chiaramente si possono utilizzare anche altri tipi di fiori oltre al tarassaco, purché abbiamo un gambo sufficientemente lungo e flessibile da essere intrecciato intorno agli altri gambi. Un’altra caratteristica altrettanto importante è la durata da recisi: un fiore adatto ad essere utilizzato in una coroncina non deve appassire subito. Ad esempio il papavero, pur essendo bellissimo e avendo un gambo potenzialmente adatto ad essere intrecciato, è troppo delicato, tende ad appassire subito e a perdere i petali nel giro di pochi minuti.

Dunque in alternativa al tarassaco, si può utilizzare il trifoglio bianco, alternando foglie e fiori, anche se il risultato non sarà lo stesso perché i gambi sono più corti e sottili. Oppure si può utilizzare la pratolina. Anche la camomilla può essere intrecciata, utilizzando tutto il ramo, intrecciandola a mazzetti, con un risultato meno ordinato, ma sicuramente più naturale.

Il vantaggio di realizzare una coroncina di fiori senza utilizzare altri materiali? Si può realizzare ovunque, anche direttamente in un campo e quando comincia ad appassire si può buttare in compostiera: sarà biodegradabile al 100%!

Con la stessa tecnica di intreccio, con lunghezze differenti, si possono realizzare anche braccialetti, ghirlande, collane, vere e proprie catene da appendere…insomma, qualsiasi cosa si desideri, da tenere per sé o da regalare durante feste o un semplice picnic.

L’unica raccomandazione che facciamo sempre: quando raccogli erbe/fiori in natura, accertati di essere sicuro dell’identità, per non imbatterti in varietà velenose o protette. Se non ne conosci l’identità, non raccogliere nulla. Se sei certo che sia una pianta edibile e non protetta, raccogli, ma con giudizio: mai raccogliere più del 5% delle piante (o frazioni di esse) disponibili.

Birra di ortica: come ottenere un surrogato della birra dall’ortica

La versatilità delle erbe spontanee permette con un po’ di fantasia di realizzare un intero pasto, dall’antipasto al dolce, terminando addirittura con un surrogato del caffè. Ma forse non tutti sanno che dall’ortica, già spesso citata per la preparazione del macerato, è possibile ottenere anche una freschissima e dissetante birra.

Bisogna subito precisare che, come il surrogato del caffè non contiene caffeina, anche questa specialissima birra non è alcolica, o meglio, lo è, ma in percentuali molto trascurabili. Come accennato anche per il limoncello senza zucchero (noi lo abbiamo preparato con la Stevia), in un processo di fermentazione, la percentuale di alcol viene influenzata dal quantitativo di zucchero: aumentando la quantità di zucchero, se ne aumenta la gradazione alcolica.

Il periodo ottimale per realizzare la birra di ortica è sicuramente la primavera: le ortiche non devono presentare infiorescenze. Quindi se si desidera realizzarla anche in altri periodi dell’anno, le piante devono necessariamente essere molto giovani.

Come consigliamo spesso, la raccolta delle erbe spontanee deve avvenire in luoghi incontaminati, lontani dallo smog cittadino. Mai raccogliere in maniera indiscriminata piante di cui non si conosce con certezza l’identità, mai in quantità superiori alle reali esigenze e comunque in proporzione alla distribuzione: non sarà il caso dell’ortica, ma se notate che ci sono pochi esemplari di una varietà, è consigliabile non raccoglierle affatto.

Ultimo consiglio, ma non meno importante, munirsi sempre di guanti per la raccolta: l’ortica smette di essere urticante da cotta o quando, una volta sradicata, inizia ad appassire. Nel frattempo è sempre preferibile maneggiarla con cura.

Occorrente:

  • 1 Kg di cime di ortica fresca, non essiccata
  • 1 limone
  • 10 grammi di radice di zenzero fresco
  • 4.5 litri di acqua
  • 600 grammi di zucchero
  • 20 grammi cremor tartaro
  • 1 bustina di lievito di birra
  • contenitori e recipienti vari

La birra di ortica si ottiene con la fermentazione delle foglie di ortica, che viene innescata dal lievito di birra (per intenderci, quello tipico per la preparazione della pizza) e dal cremor tartaro. In Italia è poco noto, ma anche il cremor tartaro, o cremore di tartaro, è un agente lievitante del tutto naturale, ottenuto da acido tartarico estratto dall’uva o dal tamarindo. Prima della fermentazione, tuttavia, le ortiche vanno prima lavate e private di eventuali radici e fusti: le parti migliori sono le cime, approssimativamente le prime sei foglie. Le cime di ortica vanno così inserite in una pentola con l’acqua, lo zenzero, il succo e la buccia del limone. Si porta il tutto ad ebollizione e si spegne il fuoco dopo 30 minuti. A questo punto si filtra il liquido verdognolo (colore dato perlopiù dalla clorofilla) così ottenuto, strizzando con forza l’ortica per tirarne fuori tutto il sapore della pianta. Si riporta nuovamente il liquido in pentola e si aggiungono lo zucchero e il cremor tartaro. Si riscalda il composto, fino al completo scioglimento dello zucchero. A questo punto si trasferisce la futura birra in una capiente contenitore e lo si fa raffreddare fino al raggiungimento dei 20°C. Solo allora sarà possibile inserire e disciogliere anche il lievito di birra (il contenuto di una bustina, circa 10 grammi). Coprire il contenitore non ermeticamente, ma il giusto da non far entrare polvere o altro. Tenere il contenitore a temperatura ambiente per 4-5 giorni, poi travasare la birra in bottiglie di vetro, facendo attenzione a non imbottigliare anche i sedimenti depositati sul fondo del contenitore.

La birra così ottenuta sarà dolce e frizzante, anche troppo frizzante. Infatti l’effervescenza della birra di ortiche può risultare così esplosiva, che si consiglia di stappare le bottiglie all’aperto, per evitare spiacevoli sorprese.

La birra di ortica si conserva per pochi mesi in frigo. Maturando, la dolcezza si riduce. Complessivamente al gusto ricorda molto quello del sidro. Come tutte le birre, la bibita va servita rigorosamente fredda.

 

 

 

 

Diserbante naturale: acqua e sale!

Le erbe infestanti rappresentano una vera spina nel fianco per chi si prende cura di un piccolo orto o di un giardino. Molte erbe spontanee sono utili ed anche edibili, ma non sempre.

Come già detto anche nel post sul risparmio idrico, la pacciamatura può essere un’ottima soluzione: isolare lo strato superficiale del terreno con materiale organico, tipo corteccia, sfalcio d’erba, o materiale inorganico minerale, come ghiaia o rocce laviche, impedisce alle infestanti di crescere a dismisura tra le piante coltivate. [Leggi anche “La pacciamatura“]

In un precedente post abbiamo anche affrontato il tema specifico delle infestanti, spiegando che ancora una volta la prevenzione è più importante del rimedio: dunque è fondamentale eliminare le piante infestanti prima che riescano a propagare i propri semi [Leggi anche “Il controllo delle infestanti” ]

Dopo queste doverose premesse, in aggiunta o alternativa alle strategie sopra elencate, si può utilizzare un diserbante completamente naturale e innocuo per l’ambiente e le persone composto da acqua e sale marino.

E’ sufficiente far sciogliere 80 g di sale ogni 4 litri d’acqua (dosaggio per 1 metro quadrato ) e versare la soluzione sul terreno umido: avrete un diserbante efficace, ma naturale. Ricordate che per un anno non potrete seminare nulla nella zona irrorata. 

Il sale può essere usato anche in purezza direttamente sul terreno umido alla base di piante particolarmente ostinate come il convolvolo che, pur avendo dei fiorellini molto graziosi, tende a soffocare come un cobra tutto ciò che incontra. Anche gli elateridi del frumento (insetti dannosi) non amano il sale marino, che può essere sparso sul terreno in ragione di 200 g /ara, senza tuttavia superare il dosaggio per non rischiare un diserbo totale.

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Libro ” Fertilizzanti e trattamenti naturali “ di Victor Renaud

 

Come realizzare l’estratto liquido di vaniglia, ottima idea regalo per Natale

La vaniglia in cucina come in cosmesi rappresenta una delle fragranze più amate perché inevitabilmente rievoca ricordi cari, spesso di infanzia, di pomeriggi trascorsi in famiglia a pasticciare tra creme ed impasti. A causa dell’elevato prezzo di questa fantastica spezia, spesso viene sostituita con la vanillina, la variante di sintesi: da un punto di vista olfattivo e degustativo simili, ma insostituibile in quanto a fascino. Forse non tutti sanno che la vaniglia, ricavata dalla Vanilla planifolia, è a tutti gli effetti un’orchidea. Appartiene, infatti, alla famiglia delle orchidaceae. Rappresenta la bacca della pianta e contiene i semi, piccoli e neri. La vaniglia è originaria del Messico, ma quella più nota proviene dalle coltivazioni del Madagascar.

Il baccello di vaniglia viene impiegata nei dolci tagliandola nel verso della lunghezza e, raschiando la parte interna, inclusi i semi, si immerge il tutto in infusione nel latte, per la preparazione di creme. O semplicemente si inseriscono i semi e la parte interna negli impasti. Il baccello, una volta utilizzato, rilascia ancora aroma. Quindi può essere riutilizzato inserendolo, ad esempio, in un contenitore con zucchero: si otterrà uno zucchero vanigliato a costo zero.

Come dicevamo, i baccelli di vaniglia sono davvero costosi, orientativamente da 3 a 4 € a baccello. Dunque un modo per continuare ad usare questa preziosa spezia senza ricorrere alla variante chimica (la vanillina), è sicuramente realizzare l’estratto liquido di vaniglia, per poterne sfruttare tutto l’aroma. Volendo dopo il consueto utilizzo dei baccelli, si possono riutilizzare anche per realizzare l’estratto.

Occorrente

  • 500 ml alcool 90°
  • 5 baccelli di vaniglia

L’estratto di vaniglia si ottiene semplicemente per infusione alcolica dei baccelli precedentemente incisi (o anche già utilizzati) ed in immersione in alcool per almeno 40 giorni.

Si otterrà un liquido marrone dal fortissimo aroma di vaniglia da utilizzare esclusivamente previa cottura per far evaporare l’alcool. Questo tipo di preparazione è a freddo e lenta. I tempi di macerazione possono essere abbreviati mediante riscaldamento del composto, tuttavia il calore tende ad alterare le proprietà organolettiche della vaniglia, quindi consigliamo un’estrazione a freddo. Allo stesso modo, l’alcool può essere sostituito con rum, vodka, o altre bevande alcoliche che, però vanno a coprire il naturale aroma della spezia. L’estratto così ottenuto può essere impiegato in creme o impasti calcolando due cucchiai come l’equivalente di un baccello.

Idea regalo Natale

L’estratto di vaniglia liquido è un’ottima idea regalo per Natale: è sufficiente imbottigliare l’estratto in piccole bottigliette decorate con nastri. Magari all’interno della bottiglia un baccello in bella vista e all’esterno un’etichetta personalizzata.

Per altre idee di regali fatti a mano, visita la nostra sezione Natale.

 

 

Omino testa d’erba : un passatempo estivo

L’omino testa d’erba è a metà tra un gioco educativo per bambini e un riutilizzo simpatico di calze e materiali di vario genere. Come vedremo, le varianti sono infinite, così come i materiali da utilizzare. Noi daremo solo delle linee guida per realizzarlo con le possibili sostituzioni.

Occorrente :

  • calza
  • semi
  • substrato ( terriccio, torba, cotone idrofilo, segatura…ecc…)
  • elastici
  • accessori

A seconda dal soggetto che si desidera realizzare, si possono utilizzare calze di nylon o calzini di cotone. Chiaramente materiali di recupero: calze smagliate o i famosi calzini spaiati vanno benissimo. Anche la scelta dei semi è puramente indicativa: sarebbe preferibile utilizzare semi di prato, tuttavia, in mancanza, si può adoperare quello che si ha in casa. Lenticchie, mangime degli uccellini o germogli possono essere un discreto sostituto. Nella lista per substrato s’intende il materiale sul quale cresceranno i semi. Può andare bene tutto, anche la segatura o l’ovatta, purché sia un materiale inerte (per impedire la proliferazione di muffe) che trattenga bene l’umidità.

Fondamentale è l’ordine di inserimento: la calza va riempita prima con i semi e poi con il substrato. Va chiusa, annodandola alla base e con degli elastici bisogna sagomare e fermare il naso e, volendo, anche le orecchie.

Aggiungere gli accessori realizzati con panno lenci, o in alternativa, disegnare occhi e bocca con un pennarello indelebile.

Dicevamo, l’omino testa d’erba può essere un valido gioco educativo per i bambini: dovranno prendersene cura, bagnandolo quotidianamente, almeno fino a che i semi non siano germogliati. Una volta spuntati i “capelli”, invece potranno divertirsi a creare acconciature o, addirittura, a tagliarli. Seguendo lo stesso procedimento, è possibile realizzare anche altri soggetti. Sostituendo la calza di nylon con un coloratissimo calzino e usando dei semplici bottoni per fare occhi e naso, si può creare, ad esempio uno simpaticissimo riccio, con fili d’erba al posto degli aculei. Anche in questo caso bisogna ricordarsi di disporre prima i semi e poi il substrato.

Sale di sedano: cos’è, come si usa e come si prepara

Abbiamo tutti quei periodi in cui si ripetono abbuffate nervose o una serie di occasioni di convivialità in cui lo sgarro alla dieta diventa la regola e non più l’eccezione. Inevitabilmente, dopo i bagordi, che siano in solitaria o in compagnia, è normale sentirsi appesantiti e avvertire una sensazione di gonfiore. Sebbene l’apporto calorico complessivo sia stato davvero superiore a quello necessario, talvolta ritornando alle regolari abitudini e facendo anche semplicemente attenzione al sale, può fare la differenza. A tal scopo può correre in soccorso il sale di sedano.

Cos’è il sale di sedano

Il sale di sedano è un sale aromatizzato con semi o foglie e gambi di sedano, precedentemente essiccati e polverizzati.
Viene usato sostanzialmente per ridurre la quantità di sale “in purezza” per gli effetti collaterali, quali ipertensione e ritenzione idrica. Il sale di sedano, infatti, aiuta ad esaltare il sapore del cibo, apportando una quantità minore di sale.

Come si usa il sale di sedano

Il sale di sedano si può utilizzare come il comune sale da cucina, per insaporire tutte le pietanze crude o cotte. Chiaramente in cottura il sedano sprigiona più aromi aumentando la sensazione di salinità.

Come si prepara il sale di sedano

Realizzarlo è semplice. Se si hanno a disposizione i semi di sedano, è sufficiente ridurli in polvere con un macinino ( pestello, mixer…ecc..) e unirli al sale. E’ bene ricordare che in commercio esistono semi da semina e semi destinati all’alimentazione, tipo i germogli per intenderci. Molto spesso i semi da semina sono trattati con prodotti chimici o comunque se non trattati, non sono adatti per essere consumati perché potrebbero ad esempio non essere stati conservati adeguatamente nel rispetto di tutte le norme igieniche. Quindi devono essere semi specifici per uso alimentare. Per cominciare ad abituarsi al sapore, si consiglia di iniziare a miscelare semi e sale con un rapporto di 1 a 3, in quanto inizialmente il sapore del sedano può non essere gradito a tutti. Quindi per ogni cucchiaino di polvere di semi di sedano, tre di sale. Nelle preparazioni successive, si può progressivamente ridurre la quantità di sale.
Se, invece, si ha a disposizione il sedano fresco, bisogna prima lavarlo, asciugarlo bene e tagliarlo a pezzi. Si può scegliere di essiccarlo al sole, al forno o in essiccatore. Chi ha l’essiccatore, procede come un normale ortaggio. L’essiccazione al sole può richiedere vari giorni e dipende molto dalle temperature ( il clima estivo è sicuramente più favorevole alle essiccazioni al sole.). In mancanza di sole e clima adeguato, si può optare per un’essicazione al forno: la temperatura ideale sarebbe 40° per non alterare le proprietà organolettiche, ma purtroppo molti forni partono direttamente da 60°. Impostare la funzione ventilata, per non far bruciare il sedano. Oppure tenere lo sportello leggermente aperto durante l’essiccazione. Il procedimento può richieder diverse ore.
Quando il sedano apparirà completamente secco, bisogna ridurlo in polvere e unirlo al sale nei rapporti  tra sale e polvere sopra indicati. Quindi anche in questo caso il rapporto tra sale e polvere di sedano inizialmente sarà di 3 a 1, per poi ridurre nelle preparazioni successive la quantità di sale, fino ad eliminarlo completamente per chi lo gradisce.
Il sedano, in conclusione, grazie anche alle tantissime proprietà (drenante , disintossicante, ricco di vitamine..) è davvero un alleato della salute. Dunque il vantaggio del sale di sedano, oltre a quello di ridurre il sale, è anche quello di drenare i liquidi accumulati.

Idee regalo in barattolo da fare in casa per Natale, ma non solo

Dopo l’incredibile successo del post “Biscotti in barattolo con taglia biscotti – idee regalo di Natale”, abbiamo deciso di seguire il filone “regali in barattolo” con un altro approfondimento su idee che possono essere realizzati un po’ per tutti: amici, compagni, parenti, inclusi bambini.

Cominciamo proprio da quest’ultimi. Capita spesso, soprattutto in inverno, di trascorrere molto più tempo in casa a causa del freddo o i vari malanni di stagione. Le conversazioni in queste circostanze si riducono a due battute: “Uffa, mi annoio!” nominata prevalentemente dal cucciolo di casa, oppure “Eh, ma mica vorresti trascorrere tutto il pomeriggio sul pc/telefono/tablet?!!”, frase prevalentemente usata dai genitori. Forse in poche famiglia i ruoli si invertono, così come le battute, ma la questione è la stessa: come trascorrere produttivamente il tempo insieme…perché un conto è trascorrerlo e un altro è renderla un’occasione per creare legami, oggetti o conoscenze.

Corre in soccorso di genitori e bambini il barattolo delle idee: un barattolo opportunamente decorato, all’interno del quale saranno riportate tante idee, appunto. Le idee da inserire nel barattolo chiaramente saranno personalizzate da ciascun genitore sulla base dell’età del bambino e le attitudini. L’esperienza potrebbe diventare ancora più importante ideando insieme il barattolo: i bambini potrebbero sorprendervi in fatto di fantasia e brillantezza.

Se invece sei alla ricerca di un’idea da fare ad un amico o al partner, può essere carino il barattolo dei ricordi, dove inserire magari le conchiglie raccolte al mare durante le vacanze trascorse insieme, foto, biglietti del cinema..o tutto ciò che ha un valore affettivo per entrambi. Il barattolo dei ricordi si può adattare anche ai bambini, inserendo i dentini caduti, frasi o parole buffe dette dal pargolo, lettere o disegni.

Per l’amica o la compagna perennemente stressata, invece, si può realizzare la SPA nel barattolo: in un barattolo molto capiente si possono inserire cosmetici, accessori per la manicure, maschere viso, prodotti esfolianti, o sali da bagno (ne abbiamo parlato anche in Sali da bagno e scrub fatti in casa: piccoli regali home made per Natale).

E per finire, un barattolo dei desideri magari da regalare a se stessi dove riporre non solo desideri, ma anche progetti, da realizzare però!

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Come realizzare in casa una colla ecologica con farina ed acqua

Può capitare spesso di trovarsi nei momenti meno opportuni senza colla o di voler realizzare un progetto interamente biodegradabile e di non trovare mai il collante adatto.

Nella lista delle possibili “ricette” di colle ecologiche con ingredienti più o meno facilmente reperibili ci sono sicuramente quelle ottenute dalle farine: è possibile utilizzare praticamente tutte le farine, quindi di mais, di riso, di frumento o addirittura anche di legumi.

La preparazione è molto semplice: si mischiano a freddo le stesso quantità di acqua e di farina, dunque per ottenere un vasetto di medie dimensioni si utilizzano una tazza di acqua e una di farina. Bisogna mescolare bene per evitare la formazione di grumi. Si travasa il composto ottenuto in un pentolino e lo si porta ad ebollizione continuando a rigirare. Appena il composto ottiene una consistenza viscosa, ma non eccessivamente compatto, si può tranquillamente togliere dal fuoco.

La colla di farina a questo punto è pronta per essere utilizzata come una comunissima colla vinilica. Per la carta e il cartone è davvero insuperabile e non fa rimpiangere i collanti sintetici. Gli unici aspetti negativi della colla di farina sono la durata (è un prodotto altamente deperibile, quindi si consiglia di realizzarne piccoli quantitativi per volta e di conservarla in barattoli chiusi ermeticamente e di riporla in frigo) e la forza: per altri tipi di materiali, al di fuori di quelli cellulosici, non è altrettanto efficace.

Per prolungare lievemente la durata della colla si può inserire un cucchiaino di sale prima della cottura. Ad ogni modo, se opportunamente conservata, si può mantenere bene per un paio di mesi. Se mostra segni di muffa, ingiallimento o altre mutazioni, è preferibile compostarla.

Un’altra colla da realizzare da soli con ingredienti che comunemente tutti hanno in casa è la colla caseina o colla di latte. Si può realizzare anche con latte scaduto.

Per realizzare la colla di latte occorrono:

  • 200 ml di latte
  • 1 cucchiaio di aceto
  • 1 cucchiaio e 1/2 di bicarbonato

Versare il latte in un pentolino e scaldarlo senza però portarlo ad ebollizione. Aggiungere l’aceto continuando a mescolare. L’aceto oltre a favorire la conservazione, ha il potere di far addensare il latte e dunque un’eventuale formazione di grumi o separazione del siero dalla parte solida del composto non è un problema, in quanto il tutto va filtrato ed è proprio la caseina (la parte solida) così ottenuta che conferisce il potere adesivo alla colla. Unire la caseina al bicarbonato, ad un bicchiere di acqua tiepida e riscaldarlo nel pentolino ancora per qualche minuto. Conservare in un barattolo e spalmare sulle parti da incollare con un pennello.

Per attivarsi deve essere tiepida. Molto più forte della colla di farina, può incollare anche il legno. Tuttavia essendo completamente naturale, senza additivi o conservanti, deperisce altrettanto presto come la colla di latte.

Per concludere il discorso delle colle ecologiche ottenute da materie prime biodegradabili, annoveriamo anche la colla ottenuta da resina di pino e carbone. Gli ingredienti in questo caso sono più difficili da reperire ed anche la preparazione è più lunga, tuttavia risulta essere un collante molto più resistente di tutti quelli elencati finora. Per realizzare la colla di resina bisogna sciogliere la resina a fuoco lento ed unire in parti uguali carbone finemente polverizzato e la resina liquida. Il risultato è una pasta morbida nera che riscaldata si ammorbidisce e può essere spalmata sulle zone da incollare.

Come realizzare scatoline ed astucci regalo

Nelle settimane che precedono le festività natalizie diventa sempre più ricorrente la sensazione di non avere le idee chiare sui regali per i parenti e gli amici. Poi se il budget è piuttosto esiguo, rivalutare l’autoproduzione non è solo un modo per aggiungere valore al gesto, ma quasi un’esigenza. A tal proposito segnaliamo alcune nostre idee regalo che su Pinterest stanno riscuotendo un discreto successo: Sali da bagno e scrub e biscotti in barattolo. Nelle prossime settimane aggiungeremo altre idee. Per non perdere nemmeno uno dei nostri post, seguici nella bacheca dedicata di Pinterest al nostro blog  o sugli altri social (Facebook, Instagram, Twitter).Per gli appassionati del Natale in tutte le sue sfaccettature, dalle tradizioni alle curiosità, suggeriamo di navigare per “tag” e visitare quello dedicato proprio a questa festività al link http://www.ifioridelbene.com/blog/tag/natale/.

Superato lo “scoglio” della selezione del pensiero più adatto, anche il confezionamento ha la giusta importanza: un regalo ideato e realizzato su misura esige un astuccio allo stesso livello.

Il modo più semplice e, perché no, anche economico per realizzare da soli in casa scatoline o astucci è stampare i modelli scaricati dalla rete.Le ricerche in italiano non portano agli stessi risultati di quelle fatte in inglese, o meglio, in inglese c’è sicuramente più scelta. Le chiavi di ricerca da utilizzare sono ‘scatoline fai da te’ o ‘scatoline da stampare’. In inglese invece bisogna fare una ricerca del tipo “box templates free printable”, specificando la parola “free” perché è molto facile imbattersi in modelli bellissimi, ma a pagamento. I modelli chiaramente devono essere adatti per forma e dimensione a quelle del regalo.

Una volta scelto il modello più adatto, si può stampare direttamente sul cartoncino oppure prima su un comune foglio e poi questo incollato sul cartoncino. Questa seconda opzione permette di utilizzare cartoncini più spessi, che difficilmente passerebbero nella stampante o addirittura cartoncini di recupero ricavati da scatole da imballaggio (il cosiddetto cartone ondulato) o confezioni di alimenti, incollando chiaramente il modello dal lato stampato.

Il modello può essere stampato anche in bianco e ulteriormente personalizzato a mano con tempere, colori naturali ricavati dalle verdure, sabbia, semi o qualsiasi elemento suggerito dalla fantasia.

Tra i modelli gratuiti, segnaliamo questa scatolina a forma di matriosca originale e molto fashion. La forma allungata e le dimensioni (circa 10 cm di altezza) la rende molto adatta a contenere un regalo autoprodotto di ecocosmesi. Citiamo subito la fonte: è una realizzazione di Dansmonbocal.com.

Bisogna stampare il modello due volte per ottenere le quattro facce della scatola. Per chiuderla, una volta assemblata, si può passare un nastrino, dopo aver forato la matriosca al livello del collo.

Per chi ha dimestichezza con programmi di editing si può modificare il colore o le dimensioni.

Puoi scaricare il modello della scatolina qui.

 

 

 

 

Tra i modelli invece a pagamento abbiamo trovato questa confezione che si presta molto bene per contenere tre barattoli, quindi adatto ad esempio per chi regala le proprie conserve.

Dicevamo, il modello è a pagamento, ma il disegno può aiutare ad avere un’idea di come dovrebbe essere realizzato. Armandosi di pazienza, matite e squadre si può realizzare facilmente. Allo stesso modo, utilizzando un qualunque software di editing anche molto basico, si possono ottenere risultati altrettanto ottimi.

Se le scatoline da realizzare sono davvero tante o anche per motivi lavorativi vi trovate spesso a tagliare sagome, cartellini o altro, si potrebbe pensare di fare un piccolo investimento e comperare una fustellatrice, una macchina che taglia diversi materiali(carta, cartoncino, pannolenci…ecc..) in base alla fustella (sagoma) utilizzata.

Grazie alla fustellatrice è possibile realizzare oltre a scatoline, anche sagome di varie forme, tipo etichette, stencil e tanto altro.

Le scatoline così realizzate possono essere utilizzate anche per allestire il calendario dell’Avvento o altre decorazioni natalizie e non. Possono diventare delle bomboniere homemade o qualsiasi cosa possa suggerire la creatività.

 

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