Diserbante naturale: acqua e sale!

Le erbe infestanti rappresentano una vera spina nel fianco per chi si prende cura di un piccolo orto o di un giardino. Molte erbe spontanee sono utili ed anche edibili, ma non sempre.

Come già detto anche nel post sul risparmio idrico, la pacciamatura può essere un’ottima soluzione: isolare lo strato superficiale del terreno con materiale organico, tipo corteccia, sfalcio d’erba, o materiale inorganico minerale, come ghiaia o rocce laviche, impedisce alle infestanti di crescere a dismisura tra le piante coltivate. [Leggi anche “La pacciamatura“]

In un precedente post abbiamo anche affrontato il tema specifico delle infestanti, spiegando che ancora una volta la prevenzione è più importante del rimedio: dunque è fondamentale eliminare le piante infestanti prima che riescano a propagare i propri semi [Leggi anche “Il controllo delle infestanti” ]

Dopo queste doverose premesse, in aggiunta o alternativa alle strategie sopra elencate, si può utilizzare un diserbante completamente naturale e innocuo per l’ambiente e le persone composto da acqua e sale marino.

E’ sufficiente far sciogliere 80 g di sale ogni 4 litri d’acqua (dosaggio per 1 metro quadrato ) e versare la soluzione sul terreno umido: avrete un diserbante efficace, ma naturale. Ricordate che per un anno non potrete seminare nulla nella zona irrorata. 

Il sale può essere usato anche in purezza direttamente sul terreno umido alla base di piante particolarmente ostinate come il convolvolo che, pur avendo dei fiorellini molto graziosi, tende a soffocare come un cobra tutto ciò che incontra. Anche gli elateridi del frumento (insetti dannosi) non amano il sale marino, che può essere sparso sul terreno in ragione di 200 g /ara, senza tuttavia superare il dosaggio per non rischiare un diserbo totale.

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La pacciamatura: cos’è, a cosa serve e come si fa

 

La pacciamatura è una pratica che risolve molti problemi pratici nella gestione di un orto o di un giardino. Consiste nella copertura della superficie del terreno con materiale di varia natura, organica ed inorganica.

I principali vantaggi della pacciamatura sono:

  • trattenere l’umidità del terreno, riducendo l’evaporazione (in estate) ed un conseguente risparmio idrico [ leggi anche “ 10 semplici regole per risparmiare acqua in giardino ” ]
  • proteggere le radici dalle escursioni termiche: dunque trattenere calore in inverno ed evitare un eccessivo surriscaldamento in estate.
  • evitare il compattamento del suolo dovuto all’impatto della pioggia
  • impedire la crescita delle infestanti, sottraendo luce [ leggi anche “Diserbante naturale : acqua e sale !” ]

Regole basilari per pacciamare in modo ottimale:

  1. In un contesto strettamente biologico-naturale, utilizzare solo materiale organico (paglia, aghi di pino, fogliame, corteccia, cippato, fibra di cocco, torba.. ecc..), o inorganico, purché di origine minerale ( ghiaia, roccia lavica, sassi ..).
  2. Nei giardini o comunque in prossimità di piante perenni dove non c’è un frequente ricambio delle colture si può optare per una pacciamatura minerale. Mentre nelle colture annuali, si consiglia materiale di origine vegetale e con uno spessore dello strato non superiore ai 5-6 cm per favorirne il naturale processo di decomposizione. Strati troppo spessi di pacciamatura, oltre a restare indecomposti, rischiano di essere ricettacolo di ospiti sgraditi attratti da marcescenze ed essere anche veicolo di malattie.
  3. Ogni materiale pacciamante ha diverse caratteristiche e diversi tempi di degradazione. Ad esempio, la torba, pur essendo un ottimo substrato (utilizzato in sostituzione del terriccio nella coltivazione indoor), ha tempi di degradazione molto lunghi  ed influisce sul pH del terreno, verso valori di acidità. Stesso discorso vale per gli aghi di pino che, se usato come pacciamante, aumenta l’acidità del terreno a livelli tali da avere l’effetto di diserbo totale. Dunque torba e aghi di pino possono essere usati come materiale pacciamante delle acidofile (ad esempio camelia e ortensia, ma anche fragole, lamponi e frutti di bosco) o mischiati ad altri materiali. Altri materiali grossolani, ricchi di cellulosa ( trucioli, segatura, cippato..) hanno tempi di decomposizione più lunghi di materiali acquosi come foglie, sfalci d’erba, scarti dell’orto. Ogni materiale ha i suoi pro e i suoi contro: il trucco è capire quello più adatto.
  4. La velocità di decomposizione dello strato pacciamante dipende, oltre che dalla natura del materiale, anche da temperatura ed umidità. Maggiore umidità e temperature elevate, riducono i tempi di degradazione. Quindi, nonostante si possa pacciamare praticamente in qualsiasi momento dell’anno e in qualsiasi fase di crescita, anche la stagione e l’esposizione al sole della zona da pacciamare incidono sulla scelta della materiale da utilizzare.

L’unico aspetto negativo della pacciamatura è una momentanea sottrazione di azoto nel terreno da parte della microflora: la decomposizione avviene ad opera di microorganismi che in presenza di risorse, aumentano esponenzialmente e per moltiplicarsi hanno bisogno proprio di azoto. Nonostante sia temporanea questa fase, il problema può essere ovviato incrementando azoto con letame o compost maturo. Tuttavia è una sottrazione momentanea, in quanto la stessa degradazione della pacciamatura apporterà azoto al terriccio.

In conclusione la pacciamatura è utile e, se fatta con i materiali giusti, migliora anche la qualità del terreno.

 

10 semplici regole per risparmiare acqua in giardino

risparmio-idrico

L’acqua è un bene prezioso: vietato sprecarla!

1) Innaffiare solo quando necessario. Sembra una banalità, ma talvolta per eccesso di zelo, si tende ad annaffiare più del necessario, provocando addirittura danni alle piante. Dunque annaffiare solo quando il terriccio è realmente molto asciutto. In commercio esistono degli strumenti capaci di misurare l’umidità in profondità al livello delle radici ( misuratore 3 in 1 – pH , umidità , illuminazione  ) dove il terriccio può essere molto umido anche se in superficie è stato asciugato dall’aria e dal sole.

2) Annaffiare solo di mattino presto o tardo pomeriggio: annaffiare nelle ore più calde danneggia solo le radici delle piante, in quanto tenderà ad evaporare, cuocendo letteralmente le radici.

3) Riutilizzare l’acqua usata in cucina per lavare le verdure o della cottura della pasta, chiaramente dopo che si sia raffreddata.

4) Scegliere piante con un’esigenza idrica bassa: privilegiare quindi ad esempio salvia, timo, origano, rosmarino, piselli e alcune varietà di pomodoro.

5) Arieggiare il terreno: un terreno troppo sodo e compatto risulta quasi impermeabile all’acqua e le radici delle piante fanno fatica a ramificarsi in modo sufficiente da poter assorbile bene l’acqua.

6) Impiegare la pacciamatura: la pacciamatura è uno strato superficiale isolante del terreno che può essere costituito sia da materiale organico ( ghiaia, corteccia, foglie, sfalcio di erba, aghi di pino, segatura, fibra di cocco..ecc..), che inorganico minerale ( ghiaia e rocce laviche). Impedisce l’evaporazione dell’acqua in estate e le gelate d’inverno . Inoltre riduce notevolmente il problema delle infestanti. [Leggi anche “La pacciamatura“]

7) Le infestanti entrano in competizione con le piante coltivate, in quanto necessitano anch’esse di acqua per sopravvivere. Quindi vanno assolutamente estirpate.

8) Bagnare solo le radici: le foglie e il tronco non hanno bisogno di acqua, anzi potrebbero essere danneggiate dall’insorgere di muffe e marcescenze. Tutta l’acqua che non arriva alle radici è tutta acqua sprecata. Quindi anche nella scelta di un sistema di irrigazione, è preferibile optare per un sistema a goccia piuttosto che quello a pioggia.

9) Raccogliere e riutilizzare l’acqua piovana: è gratis e si può raccogliere facilmente disponendo contenitori in giro per il giardino  N.b.: è preferibile non conservarla per troppi giorni, in quanto potrebbe diventare ricettacolo di larve di insetti sgraditi o raccoglierla in contenitori chiusi.

10) Raccolta e riutilizzo delle acque grigie: le acque grigie sono quelle di scarico provenienti da lavandini, docce, cucine e lavatrici. Possono essere riutilizzate nell’irrigazione a condizione che i prodotti impiegati per l’igiene della casa o della persona siano ecologici, altrimenti possono essere utilizzate solo per la pulizia di terrazze o cortili.

In conclusione, teniamo presente che le piante sono più predisposte a sopravvivere alla carenza che agli eccessi di acqua. Infatti nelle cellule vegetali presentano una struttura, il vacuolo, che ha anche la funzione di riserva di acqua e sostegno per i tessuti delle foglie e dei fusti. In caso di siccità, l’acqua stoccata nei vacuoli viene impiegata per le esigenze primarie della pianta e foglie e fusti, perdendo sostegno, appassiscono. Occorre idratare le radici e le foglie riprendono turgore in poche ore. I danni, invece, generati dagli eccessi non sono così visibili e nemmeno reversibili.

Quindi meglio mantenersi indietro con le irrigazioni che eccedere.

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