Tintura all’arnica: come si prepara e come si usa contro le distorsioni

Spesso abbiamo parlato degli oleoliti, ovvero infusione di erbe officinali in olio per estrarne le proprietà terapeutiche. In realtà esistono tante altre preparazioni estrattiva, ma per semplicità sia nel reperire le materie prime  che di esecuzione, sicuramente gli oleoliti sono un primo approccio adatto anche ai neofiti.

Altre tecniche estrattive, come ad esempio le tinture, prevedono l’utilizzo di alcool e una successiva diluizione con acqua in base al tipo di pianta impiegata. Anche il rapporto tra piante e alcool varia molto, così come i tempi di macerazione.

 

Senza scendere troppo nel dettaglio dunque, ed anche cercando di semplificare, per preparare una tintura di arnica occorrono:

  • 10 grammi di radice di arnica essiccata
  • 120 ml di alcool alimentare 95°
  • 70 ml acqua distillata

Si lascia in macerazione la radice di arnica nell’alcool per circa 20 giorni, agitando il contenitore ermetico quotidianamente.

Successivamente si filtra e si diluisce con l’acqua, riponendo il composto in un contenitore di vetro scuro, meglio ancora se dotato di contagocce .

La tintura così ottenuta, non va MAI ingerita (l’arnica è tossica se ingerita!), viene utilizzata solo per uso esterno e mai su pelle lesionata.

E’ molto indicata in caso di distorsioni, slogature e dolori muscolo-scheletrici: si applica su una garza per formare degli impacchi da applicare sulle parti doloranti. La presenza di glucosidi flavonoici  donano all’arnica proprietà vasocostrittori, influendo sulla circolazione, e dunque è molto indicata per il riassorbimento di ematomi.

L’arnica montana è una pianta spontanea, tuttavia risulta sempre più difficile reperirla in natura, tanto da rientrare tra le specie protette. In qualche erboristeria ben fornita è possibile trovare la radice essiccata di arnica. Tuttavia coltivarla non è difficile, in quanto ha dimensioni ridotte e poche esigenze.

Dove acquistare i semi di Arnica Montana ?

I semi di Arnica montana sono disponibili sul nostro sito alla pagina http://www.ifioridelbene.com/semi/302-semi-di-arnica-montana.html

 

 

 

Sole, mare ed eritemi solari: cosa fare in caso di scottature

eritema solareLa prevenzione resta sempre la strategia migliore, utilizzando creme ad alto fattore di protezione, moderata esposizione per i primi giorni, evitando fasce orarie pericolose. Bisognerebbe infatti aumentare progressivamente le ore di esposizione nell’arco di più giorni e privilegiare le prime ore del mattino (9-11) o il secondo pomeriggio (6-19), in quanto il sole è dannoso sia a breve termine che a lungo termine e quindi vale la pena fare un piccolo sforzo e acquisire queste regole come abitudine. Nell’immediato il danno più frequente sono gli eritemi solari, vere e proprie ustioni della pelle che alla lunga portano ad un aumento delle probabilità di incorrere in macchie cutanee, fotoinvecchiamento (le famose “rughe da sole”) e melanomi (tumore della pelle).

Cosa fare in caso di scottature

siIdratare la pelle con lozioni o creme idratanti. Molto adatti allo scopo sono l’oleolito di iperico, quello di calendula e di arnica. Anche l’olio di Argan può essere impiegato: lenisce il bruciore e il prurito eritematoso e reidrata la pelle. Si consiglia anche l’uso del gel di Aloe Vera, che decongestiona e aiuta nelle rigenerazione dei tessuti. Raffreddare questi prodotti in frigorifero prima dell’applicazione aumenta la sensazione di sollievo.

si

L’amido contenuto nella patata e nella mela, a contatto con la pelle ha un effetto decongestionante ed antinfiammatorio immediato: basta applicare le fette sulla pelle irritata per trovare subito giovamento.

si

Raffreddare la parte scottata con impacchi di ghiaccio, docce fredde e panni inumiditi. E’ un sollievo temporaneo, ma necessario nella fase più acuta.

siBere molto e mangiare molta frutta e verdura: aiuta sia nella termoregolazione, che a prevenire un’eventuale disidratazione. Inoltre le vitamine C ed E aiutano nel ridurre i danni grazie agli antiossidanti.

Cosa bisogna assolutamente evitare :

no

Continuare ad esporsi al sole. Per le successive 72 ore bisogna evitare nel modo più assoluto di esporsi al sole. Infatti un eritema solare non grave si risolve nel giro di pochi giorni. Se il problema persiste, con sintomatologie gravi (febbre, capogiri e vomito), molto probabilmente si tratta di una vera e propria insolazione.

no

Rompere le vescicolette che si formano nei casi già più gravi : si prolungano i tempi di guarigione della pelle, aumentando anche i rischi di infezione.

no

Grattarsi: il prurito misto a bruciore e dolore spinge a grattarsi. La pelle già provata non ha bisogno di altro stress.

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