Conservare il mais al naturale

mais al naturaleL’estate è spesso sinonimo di conserve: il tentativo è quello di custodire il calore e l’energia del sole per l’inverno attraverso gli ortaggi e la frutta amorevolmente coltivati. Il consiglio è di utilizzare la frutta e la verdura migliore, non quelle della chiusura di stagione che generalmente sono qualitativamente inferiori o, come ad esempio nel caso delle melanzane, hanno un quantitativo di semi così elevato da essere quasi fastidiosi al palato. E se quest’anno provassimo a conservare anche il mais? Il mais è un alimento gustoso e sano (fatto in casa ancora di più, perché non contiene conservanti e zuccheri aggiunti), arricchisce insalate, rendendole allegre e nutrizionalmente complete (contiene circa 75 grammi di carboidrati per 100 grammi di prodotto, quindi insieme a delle proteine, può rendere una semplice insalata un piatto unico). Il mais, una volta raccolto, si conserva in frigo per pochi giorni. Tuttavia sgranandolo e lessandolo, si può conservare anche per vari mesi, seguendo il procedimento che andremo a descrivere fra poco. I quantitativi dei pochissimi ingredienti variano dalla quantità disponibile di mais.

Ingredienti:

  • Mais
  • sale grosso (1 cucchiaio per ogni 2 litri di acqua)
  • acqua (quantitativo sufficiente a coprire il mais)

Procedimento:

Sgranare il mais e lavarlo bene. Il metodo più pratico e veloce per sgranare il mais è ponendo in verticale la pannocchia e tagliare con un coltello lungo la base dei chicchi. Portare ad ebollizione in una pentola l’acqua e salarla nel rapporto di 1 cucchiaio di sale ogni 2 litri di acqua. Immergere il mais e far cuocere per appena 10 minuti. Devono essere ancora croccanti, in quanto andranno cotti nuovamente nel barattoli di vetro per sterilizzare e creare il sottovuoto come per la passata di pomodori. Inserire il mais nei barattoli, riempiendoli per 3/4, non di più, perché aumenteranno di volume e coprirli con l’acqua di cottura. Chiudere bene i barattoli e procedere come da prassi: immergerli in acqua fredda, in un capiente pentolone e lasciar andare per 20 minuti dopo il primo bollore. Lasciar raffreddare e controllare che tutti i barattoli abbiano fatto il sottovuoto. Una volta aperto il barattolo, si conserva in frigo e bisogna consumarlo entro qualche giorno.

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Dado vegetale fatto in casa

dado vegetale fatto in casaAutoprodursi il dado vegetale è un modo per risparmiare , mangiare sano e sfruttare al meglio gli esuberi degli ortaggi coltivati .

Il dado industriale al Kg costa in media 10,00 € in cambio di una qualità piuttosto bassa per un prodotto che per il 50% è costituito da sale. Recentemente molte case produttrici scelgono di eliminare il glutammato , un additivo con sigla E621 ( leggiamo le etichette !), mantenendo complessivamente la quantità effettiva di verdure intorno al 10%. Quindi ogni volta che inseriamo un dado industriale nei nostri piatti aggiungiamo un concentrato di sale e additivi con tracce di ortaggi.

In rete ci sono tantissime ricette per realizzare in casa il dado vegetale. Alcune prevedono la cottura degli ortaggi, per asciugarli, ottenendo in questo modo un dado granulare dall’aspetto secco, molto verosimile a quello acquistato. Altre preparazioni, invece, inseriscono tra gli ingredienti l’olio come conservante.

Noi invece vi segnaliamo la ricetta di Stefania Rossini, tratta da “Vivere in 5 con 5 € al giorno“, a nostro avviso più leggera, rapida, in quanto non prevede cottura, e personalizzabile.

Ingredienti :
  • 500 g di sale marino fine, possibilmente integrale
  • 500 g di cipolle
  • 500 g di carote
  • 100 g di prezzemolo
  • 100 g di sedano
  • 100 g di rosmarino
  • 100 g di salvia

L’unico conservante di questo dado è il sale, che garantisce la durata del prodotto lungo tutto l’inverno. Potrete prepararlo con le verdure che più vi piacciono o che avete a disposizione: la lista degli ingredienti è puramente indicativa .
Se la quantità di verdure è minore ( o maggiore) sarà necessario modificare anche la quantità di sale. Come vedete la quantità di sale è di 500 grammi per 1,5 Kg di verdure e aromatiche.
Lavate ed asciugate le verdure. Tritate finemente il tutto in un frullatore . Mettete il composto ottenuto in una ciotola e integrare il sale. Il dado si conserva in barattoli di vetro, precedentemente lavati bene. Riporre i barattoli in frigo ed utilizzare il dado granulare così ottenuto come consuetudine per insaporire in sostituzione del sale.

Volendo il dado può essere porzionato nelle vaschette del ghiaccio e conservato nel congelatore, per prolungarne la durata.

Confettura di alchechengi

confettura alchechengiCapita a tutti di lasciarsi tentare al supermercato e comprare ingredienti nuovi e di non saperli poi utilizzare nelle preparazioni abituali o di coltivare amorevolmente una pianta scelta solo per la colorazione del fogliame o dei fiori e poi ritrovarsi sommersi di frutti. Gli alchechengi molto probabilmente rientrano in entrambi i casi: si trovano spesso nel banco frutta ed è facilmente coltivabile, adorato principalmente per le tipiche lanterne che custodiscono una bacca dorata ricchissima di vitamina C, addirittura più del limone. Mangiata al naturale risulta acidula, con un sapore indescrivibile, molto vicino ad un pomodoro, essendo anche della stessa famiglia (Solanacea). L’abbinamento più frequente è con il cioccolato fondente: è sufficiente immergere gli alchechengi , dopo averli precedentemente lavati ed asciugati, in cioccolato fondente fuso. Il sapore acidulo dell’alchechengi con l’amaro del cioccolato si sposano molto bene.

Ma se la quantità di alchechengi da impiegare è davvero grande, l’ideale è la confettura, che bilancia l’acidità dell’alchechengi e consente di consumarla in più mesi  o in altre preparazioni in sostituzioni delle confetture classiche.

Ingredienti :

  • 500 grammi di alchechengi ben lavati ed asciugati
  • 500 grammi di zucchero
  • succo di un limone
  • acqua

Preparazione:

Tagliare gli alchechengi già puliti e riporli in una pentola. Aggiungere acqua fino a coprirli e lasciare andare sul fuoco a fiamma alta. Appena l’acqua inizia a bollire, versare lo zucchero poco alla volta. Rimestare il composto ed aggiungere il succo del limone. La cottura sarà terminata quando la confettura avrà raggiunto la densità desiderata.

Versare la confettura in barattoli precedentemente sterilizzati e lasciarli riposare a testa in giù per creare il sottovuoto.

La quantità di zucchero può sembrare esagerata, ma in realtà per una confettura classica il rapporto è generalmente 1 kg di frutta e 500/750g di zucchero , ma in riferimento a frutta come pesche ed albicocche che sono già molto dolci : l’alchechengi non lo è!

Se il sapore dell’alchechengi proprio non è piaciuto, si consiglia di aromatizzare la confettura con zenzero, cannella, e sostituire il succo di limone con quello di arancia.

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Peperoncini tondi piccanti ripieni

peperoncini tondi ripieni
I peperoncini tondi calabresi sono leggermente piccanti, intorno ai 10-15 mila nella scala Scoville, tuttavia, in questa speciale preparazione, la piccantezza si smorza e addirittura esalta il gusto del ripieno.

La procedura di questa proposta è un po’ lunga e laboriosa, ma sarà una piacevole scoperta in autunno o in inverno arricchire gli antipasti con questa prelibatezza.

Occorrente :

  • Guanti
  • 500 grammi di peperoncini tondi (ciliegia) calabresi maturi e sodi
  • olio
  • barattoli

Per il ripieno

  • 500 grammi di tonno sottolio sgocciolato
  • circa 15 filetti di acciughe dissalate
  • un cucchiaio di capperi dissalati
  • aglio ( opzionale)

Per sbollentare i peperoncini

  • 300 ml di aceto bianco
  • 300 ml acqua
  • 4-5 foglie alloro
  • sale

Prima di iniziare la preparazione, bisogna indossare i guanti: questa varietà di peperoncino è mediamente piccante, ma maneggiarne 50-60 alla lunga ha i suoi effetti.

Tagliare il picciolo dei peperoncini, svuotarli eliminando i semi e facendo attenzione a non romperli. Sciacquarli  velocemente sotto l’acqua per rimuovere eventuali semi ed immergerli in una pentola con l’acqua, l’aceto, l’alloro e un pizzico di sale. Portare ad ebollizione e tenerli per altri 2-3 minuti: devono essere morbidi, ma compatti e sodi.

Scolarli e metterli a raffreddare e ad asciugare per qualche ora su un canovaccio pulito con l’apertura rivolta verso il basso.

Nel frattempo si prepara il ripieno tritando in un mix tutti gli ingredienti. A piacere si può mettere 1-2 spicchi d’aglio.

Appena i peperoncini sono freddi e asciutti, si possono riempire con la farcia, compattandola bene, usando un cucchiaino.

Inserire i peperoncini ripieni nei barattoli precedentemente sterilizzati, pressandoli ed evitando vuoti. Coprire bene con olio.

Prima di riporli in dispensa, è consigliabile bollire i barattoli per creare il sottovuoto ed evitare il rischio di botulino, muffe e batteri.

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Chips di pomodoro

Seguendo il filone delle alternative alle conserve tradizionali, oggi scopriamo insieme come realizzare delle gustosissime chips, ottime come snack da mangiare subito, ma, se opportunamente conservate in recipienti ermetici , un valido metodo di conservazione. L’unica pecca di questa preparazione è che le chips sono così buone che una volta assaggiate è difficile conservarle, perché finiscono subito !
Si ottengono per disidratazione al forno o in essiccatore , in quanto richiede una temperatura superiore ai 100°. Purtroppo l’essiccazione al sole in questo caso è sconsigliata, in quanto non supera i 40°.
Tagliare i pomodori con uno spessore uniforme di pochi millimetri , disporli su una teglia e condirli a piacimento (sale grosso, spezie, aromatiche e niente olio), e procedere alla disidratazione.
In forno occorrono circa 2 ore, nell’essiccatore dalle 7 alle 8 ore.
E’ possibile fare chips anche di carote, zucca, zucchine, ovviamente patate, ma anche frutta come mele, pere e banane. L’unico accorgimento è tagliare la verdura in modo uniforme e molto sottile. Questo tipo di preparazione ha il vantaggio di apportare pochissime calorie e preservare inalterati i sapori della verdura (o frutta) che sono addirittura più concentrati , dal momento che sono disidratati.

Si conservano in barattoli a chiusura ermetica al riparo dalla luce. Come per l’essiccazione di frutta e verdura, si consiglia di suddividere le chips in piccoli contenitori , in modo tale che in caso di ammuffimento di anche una sola chips, non si debba buttare via troppo materiale. Chiaramente, prima di consumare le conserve di qualunque tipo è sempre bene controllare lo stato di conservazione e la presenza di muffe.

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” VadavialaCheciàp ” ( Ketchup homemade)

ketchap

[Ricetta tratta dal libro ” 100 cult in padella ” : succede solo a casa tua ! Come reinventare “I classici” del cibo industriale . 100 ricette fai-da-te , ecologiche e sane .]

Ai milanesi il nome sarà chiaro . se non avete mai assaggiato un ketchup fatto in casa non potete dire che il ketchup non vi piace .

  • 400 g. di pugne denocciolate ( se non le avete congelate in autunno , vi toccherà usarne 4 secche , lasciate in ammollo preventivo per una mezz’oretta )

  • 450 g. di passata di pomodoro ( o pomodori freschi di stagione)

  • 100 g. di aceto di mele o di vino bianco autoprodotto (a pag. 24)

  • 30 g. di zucchero di canna grezzo

  • 1 spicchio d’aglio

  • 1 foglia di alloro

  • 2 chiodi di garofano

  • peperoncino q.b.

  • sale q.b.

Tritare prugne ed aglio assieme , il più finemente possibile . Poi cuocere a fiamma bassa tutti gli ingredienti tranne zucchero , aceto e peperoncino , finché non cala di circa la metà . Togliete alloro e chiodi di garofano ( se li riuscite a trovare ) e aggiungete aceto e zucchero .
Cuocete ancora fino alla consistenza voluta e terminate la creazione con una passata di minipimer . Se lo volete creare pronto all’uso , basta versarlo bollente come una passata o una marmellata in contenitori adatti , in modo da farlo andare sottovuoto .

Tabasco fatto in casa: un altro modo per conservare i peperoncini

tabasco fatto in casaUna volta raccolti i peperoncini, generalmente vengono essiccati, congelati o conservati sott’olio. In alternativa, si può provare a fare in casa la famosa salsa piccante.
Il nome “Tabasco” deriva dalla varietà di peperoncini utilizzata. In sostituzione può essere utilizzato anche un altro peperoncino, ad esempio quello di Cayenna, che ha lo stesso valore nella scala di Scoville (unità di misura della “piccantezza”). La ricetta originale, dunque, prevede l’utilizzo di peperoncino “Tabasco” ed anche una macerazione degli ingredienti in botti di quercia per tre anni ed un invecchiamento del composto in nuove botti per diverse settimane. Dal momento che probabilmente pochi hanno in casa botti di quercia, ma soprattutto tre anni di paziente per l’attesa di seguito la ricetta riveduta e corretta trovata su Wikipedia.

Occorrente:

  • 640 grammi di peperoncini freschi e ben maturi
  • 20 grammi di sale grosso
  • 20 cl di aceto di vino bianco

La preparazione è molto semplice: bisogna lasciare in macerazione per almeno un mese i peperoncini (semi inclusi) ben tritati con il sale in un recipiente sterile, chiuso non ermeticamente con un tovagliolo. Dopo il primo mese di macerazione (l’ideale sarebbe anche per un periodo più lungo), si trasferisce il composto in un nuovo recipiente sterile e si aggiunge l’aceto. Dopo una settimana, si può filtrare il composto, eventualmente si corregge di sale e si ripone in frigo.

La presenza del sale e dell’aceto garantisce la conservazione per vari mesi.

In base ai gusti e alla disponibilità si possono usare tipi di peperoncini diversi, con valori di Scoville differenti.

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Conservare frutta e verdura con l’essiccazione al sole

frutta essiccata

L’estate è notoriamente il periodo delle conserve. Le eccedenze dei raccolti vengono opportunamente impiegate in prelibate confetture, o conservate principalmente sottolio per poter essere usate nel periodo invernale.
Le conserve e le confetture, tuttavia, apportano un valore energetico considerevole a quelli che di base sono alimenti sani e leggeri. Inoltre richiedono molta manualità e tempo.
L’ essiccazione è uno dei metodi più antichi per conservare il cibo e produrre della frutta e verdura secca deliziosa e nutriente in modo semplice. Quella domestica può avvenire al sole (se l’aria non è inquinata e sufficientemente calda e secca per almeno 3-4 giorni consecutivi) oppure in forno o in appositi essiccatoi là dove il clima è più umido.

I telai per l’essiccazione al sole possono essere facilmente costruiti con una cornice di listelli di legno e una rete simile a quella delle zanzariere (oppure una garza) ben tesa sulla superficie, purché non si tratti di ferro zincato, che tende ad ossidare il cibo. I pezzi di cibo preparati per l’essiccazione devono essere disposti in uno strato singolo, evitando il contatto tra loro e posizionati in un luogo che sia non soltanto soleggiato, ma anche ben arieggiato – ideali una terrazza o un tetto. Inoltre devono essere capovolti almeno una volta al giorno e ritirati al chiuso durante la notte. Se vi sono insetti nelle vicinanze, meglio coprire la superficie con un velo di tulle, avendo cura che il tessuto non tocchi il cibo.

Per un prodotto di buona qualità, ortaggi e frutti devono essere preparati per l’essiccamento subito dopo la raccolta e non essere eccessivamente maturi. In alcuni casi devono essere sbollentati, lasciati raffreddare e messi a essiccare. Prima di passare dal luogo dell’essiccazione al contenitore per la conservazione, gli alimenti devono essere lasciati raffreddare completamente.

Per la conservazione, si possono usare contenitori di plastica, di vetro, di metallo. Vanno tutti bene, purché siano a chiusura ermetica, non esposti alla luce (per esempio messi dentro una busta di carta o una scatola) e tenuti al fresco. Si conservano per almeno sei mesi. E’ preferibile suddividere in piccole quantità, cosicché, in caso di ammuffimento anche di un solo pezzettino di frutta, non si debba buttare via tutto il contenuto.

Per quanto riguarda la frutta, bisogna ricordare che essa subirà un processo di ossidazione per cui assumerà un colore scuro: la frutta secca che si compra al supermercato è pesantemente trattata per evitare questo inconveniente.

Quando la frutta apparirà grinzosa ed appiccicosa, mentre la verdura rigida al punto di spezzarsi, saranno pronte.

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Gelato con 1 ingrediente senza gelatiera

Una preparazione che prende ispirazione gelato con 1 ingrediente senza gelatieradal “Raw Food” , letteralmente ” Cibo crudo” : uno stile di vita volto ad un’alimentazione sana e naturale che prevede il consumo di cibo di origine vegetale crudo o trattato a temperature inferiori ai 40-45 gradi , in Italia più noto come “crudismo” . Infatti è un gelato completamente vegano e che non prevede cotture quali potrebbe essere la pastorizzazione degli ingredienti come avviene nel gelato tradizionale nel quale viene utilizzato l’uovo e il latte .

Come si prepara il gelato con un solo ingrediente , ma soprattutto senza gelatiera ?

Semplice . E’ necessario congelare la frutta precedentemente lavata a pezzetti almeno 8 ore prima dell’uso . I frutti più adatti sono sicuramente banana , lampone , fragole , mirtilli o tutta quella frutta già molto dolce ed aromatica senza l’aggiunta di altri ingredienti . Una volta congelati , vanno frullati con l’aggiunta di pochissima acqua fredda finché il composto non appare cremoso .

Disporre con un cucchiaio il gelato nelle coppette e servire subito , oppure riporre in un contenitore nel freezer .

Indicato per gli sportivi , per chi è sempre a dieta o semplicemente per chi è attento a ciò che mangia . Può avere infinite varianti , anche con l’aggiunta di altri ingredienti , ma sicuramente risulta un’ottima idea per far mangiare più frutta ai bambini e per utilizzare eccedenze di frutta ( per chi ha la fortuna di avere un orto ) che altrimenti sarebbero destinata alla compostiera , in quanto si congela la frutta e la si può utilizzare fino ai sei mesi successivi  .

Per approfondimenti sul “Raw Food” per bambini :

Libro ” Primi passi verdi “. Guida per genitori e bimbi eco-sostenibili, da 0 a 6 anni: cibo, abiti, pulizia, giochi, attività – I fiori del bene – Vendita semi on line

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