Macerato di ortica : antiparassitario e fertilizzante

antiparassitario e fertilizzante naturale ottenuto dalla macerazione dell'ortica
Antiparassitario e fertilizzante naturale ottenuto dalla macerazione dell’ortica

In primavera nei giardini/orti abbondano quasi in egual misura le ortiche e parassiti!
Il modo ideale per risolvere due problemi in un colpo solo è preparare il macerato di ortica che, oltre ad essere un forte repellente, arricchisce anche il terreno di ferro, calcio, magnesio, potassio, zolfo, silicio..ecc..rinvigorendo le piante trattate.


Le regole base per il macerato ( in realtà per tutti i macerati ) sono:
utilizzare acqua piovana o di fonte, in quanto priva di cloro e non calcarea. In alternativa, utilizzare acqua di rubinetto preparata la sera prima per dare modo al cloro di evaporare. Se è molto calcarea, bisogna aggiungere un cucchiaino di aceto di vino o di sidro per ogni litro di acqua.
– è preferibile tritare l’ortica per facilitare la liberazione dei principi attivi.
– utilizzare recipienti di vetro, plastica o legno, evitando il metallo. Si consiglia vivamente di utilizzare recipienti dotati di coperchio, perché il macerato ha un odore molto forte.
– le temperature al di sopra dei 30° C riducono i tempi di macerazione. L’ideale sarebbe preparare il macerato intorno ai 20°, senza mai scendere sotto ai 10°, in quanto il processo s’interrompe completamente.
– il macerato, dopo essere stato filtrato, deve necessariamente essere diluito, altrimenti potrebbe addirittura funzionare da diserbante.

Preparazione:

Inserire in un recipiente 900 grammi di ortica ogni 10 litri di acqua e lasciare macerare per 5 giorni ( in estate ne bastano anche 2 ).
Il composto, proprio per effetto della macerazione e della fermentazione, mostrerà in superficie una schiuma e un odore molto cattivo.
Filtrare e diluire ( diluizione al 20%, ovvero ogni 2 litri di macerato, aggiungere 10 litri di acqua ).

Il macerato non si conserva al lungo, dopo qualche giorno perde di efficienza.

Utilizzo:

Dopo la diluizione, il macerato di ortica è pronto per essere spruzzato direttamente sulla pianta come antiparassitario o utilizzato come fertilizzante, irrigando ogni 15 giorni.

Se introdotto nella compostiera, il macerato di ortica risulta essere anche un ottimo accelerante biologico nel processo di decomposizione.

Per la preparazione di altri macerati e consigli utili per un orto sano e rigoglioso consigliamo il libro : “Fertilizzanti e trattamenti naturali”

 

Combattere le zanzare in 3 mosse senza chimica

Le zanzare ogni anno si ripresentano puntuali con l’arrivo dei primi caldi, quando le temperature in primavera superano i 12°C, raggiungendo l’apice del ciclo riproduttivo verso metà agosto, per fermarsi in autunno. Le strategie per combatterle in modo naturale, senza l’utilizzo di sostanze chimiche, si suddivide in vari step. Prima di intraprendere qualsiasi precauzione contro le zanzare, tuttavia, occorre concordare con il vicinato di iniziare insieme questa azione di bonifica, in quanto la zanzara, pur essendo un animale stanziale, si spostano fino a 100 m, dunque cercare di debellarle è inutile, se non lo si fa unitamente anche nelle zone limitrofe alla propria abitazione.

Fase 1: Impedire la riproduzione delle zanzare

Il rimedio fondamentale contro le zanzare è, prima di ogni altra strategia, impedire la loro proliferazione. E’ risaputo che per riprodursi hanno bisogno nello stadio larvale di acqua. Dunque risulta molto utile, nei pressi della zona da bonificare, rimuovere ristagni da grondaie, sottovasi o qualsiasi superficie dove, dopo un acquazzone, si raccogliere l’acqua, che dovrà essere versata sul terreno (soprattutto in presenza di uova o larve già sviluppate) e non nei tombini, dove potrebbero continuano indisturbate il proprio ciclo. A tal proposito, non potendo intervenire all’interno di quest’ultimi, si consiglia l’uso di un prodotto specifico totalmente innocuo per l’ambiente, un larvicida biologico a base di BACILLUS THURINGIENSIS,che agisce bloccando l’alimentazione delle larve, facendole morire in poche ore.

Nel caso non fosse possibile svuotare tutti i recipienti contenenti acqua, tipo ciotole o abbeveratoi degli animali domestici, è sufficiente sostituire l’acqua ogni 4 giorni, considerato che il ciclo da uova ad esemplare adulto è di circa 7 giorni. Per chi fa la raccolta dell’acqua piovana ed ha la necessità di stoccarla in giardino per molto tempo, può essere necessario chiudere i recipienti ermeticamente. In presenza di vasche ornamentali si può valutare  l’introduzione sia di pesciolini rossi che si nutrono, appunto, delle larve, che di anche altri alleati, come vedremo nella fase 2. Nei sottovasi si può scegliere di utilizzare sia argilla espansa, che assorbirà l’acqua rendendola disponibile esclusivamente alle piante, che rame sotto forma di filamento (per intenderci, quello presente nei cavi elettrici) o  cristallo di solfato di rame, che a contatto con l’acqua ossida diventandola tossica per le larve. Il rame, nella quantità di 20 grammi per litro, va tuttavia sostituito di frequente perché perde di efficacia. Spesso viene suggerito anche l’impiego delle monetine in rame (quelle da 1, 2 e 5 centesimi), tuttavia la quantità effettiva di rame è davvero esigua, in quanto le monete sono per quasi il 95% in acciaio e placcate in rame.

Fase 2: Lotta biologica alle zanzare

Il principio della ‘lotta biologica’ si basa sullo sfruttamento del naturale rapporto preda-predatore per debellare un parassita. In natura i predatori naturali delle zanzare sono i pipistrelli, le rondini, le rane, i girini, tartarughe, copepodi (piccoli crostacei), solo per citarne alcuni. L’idea di introdurre specie non spontanee in un ambiente poco circoscritto come un giardino non è un’idea sempre ottimale. Il nostro consiglio è piuttosto di incentivare a soggiornare le specie autoctone e già presenti in zona, trasformando il vostro giardino in un ambiente più ospitale. Dunque creare o installare nidi per le rondini, apposite casette per pipistrelli, chiamate bat box, o abbeveratoi per meglio accogliere e facilitare la vita dei nostri alleati nella battaglia alle zanzare.

Fase 3: Allontanare le zanzare 

Dopo aver provato ad impedire che le zanzare si riproducano e aver incrementato la presenza di predatori naturali, la fase successiva è allontanare le zanzare adulte. L’utilizzo di zanzariere o altre barriere meccaniche è fondamentale per salvaguardare l’interno dell’abitazione e difenderlo anche da altri insetti altrettanto molesti.

Anche una scelta mirata delle piante in giardino può aiutare a creare una barriera naturale contro questo fastidioso ospite. Oltre ai ben noti gerani e la citronella, hanno un’azione repellente per le zanzare anche le aromatiche, come il basilico e rosmarino, la lavanda, la calendula, la lantana (che al tempo stesso attira meravigliose farfalle). Dunque piante antizanzara, ma anche utili in cucina e notevolmente decorative.

Rimedi naturali alle punture di zanzare

Se malgrado la bonifica, qualche zanzara riesce ugualmente a pungervi (soprattutto considerando che per ottenere risultati visibili occorrono diversi mesi) o semplicemente durante un’escursione ci si ferisce, svolge un egregio servizio di pronto soccorso la piantaggine maggiore, Plantago Major: una pianta spontanea annuale diffusa praticamente in tutta Italia e riconoscibile per la foglia costoluta con nervature evidenti. E’ sufficiente ridurre la foglia in poltiglia ed applicarla sul taglio o sulla puntura: la mucillagine presente nella piantaggine ha proprietà emollienti, decongestionante e antinfiammatorie. Ridurrà il gonfiore, la sensazione di prurito e bruciore.

Resta, ad ogni modo, fondamentale non cedere mai alla tentazione di grattarsi, che dopo un sollievo iniziale, non riduce il prurito, anzi, lo aumenta e la pelle colpita dalla puntura può infiammarsi, peggiorando la situazione.

Le consociazioni vegetali: l’unione fa la forza!

 

Tabella delle consociazioni vegetaliLa coltivazione di determinate tipologie di piante abbinate con criterio apportano benefici reciproci in termini di fertilità e prevenzione dei parassiti .

Nel caso, ad esempio, di legumi (piselli, fagioli, ecc..)e ortaggi da “radice” (carota, ravanello, rapa), esiste un rapporto molto stretto. Tra le radici dei legumi sono presenti dei batteri (azotofissatori) che trasformano l’azoto ( un elemento indispensabile per sopravvivenza delle piante ) da gassoso a solido. La disponibilità di azoto chiaramente rende il suolo più fertile non solo per i legumi, ma anche per tutte le altre piante circostanti . Le verdure cosiddette da ” radice”, che hanno proprio una notevole necessità di azoto per crescere, ovviamente traggono benefici in consociazione con i legumi.

Tutte le liliacee (aglio, cipolla, porro, ecc.) hanno un effetto repellente contro gli acari e gli afidi, non a caso spesso si usano in giardino vicino alle rose e intervallate nelle altre colture .

Tuttavia , come possiamo vedere anche nello schema , le consociazioni non si istaurano solo tra ortaggi, ma anche tra ortaggi ed aromatiche o addirittura tra ortaggi e fiori.

A proposito delle aromatiche , praticamente tutte allontanano i parassiti. Nel caso dell’aneto, ha un ruolo fondamentale nella prevenzione degli attacchi di afide nero: seminato tra due filare di fave ( molto colpita da questo parassita ), l’aneto respinge l’afide nero. Esplica la stessa azione anche su tutte le altre piante sensibili a questo temibile parassita. Inoltre allontana anche gli acari.

Tra i fiori ricordiamo la calendula (Calendula Officinalis) e il tagete.

La Calendul , oltre ad essere un fiore esteticamente molto gradevole e largamente usato in erboristeria per le proprietà calmanti, blandamente antisettiche e depurative ( leggi anche Oleolito di Calendula ), ha la capacità di allontanare alcuni parassiti del pomodoro e delle rose. Coltivata, ad esempio, tra le patate, le protegge dai nematodi.

Il tagete, invece, è efficace contro i nematodi ed è un potente insettifugo.
Trapiantato in mezzo ai filari di pomodoro, respinge alcune specie di insetti tra cui gli aleurodidi (insetti dannosi). Inoltre le radici producono una sostanza repellente per i nematodi che, addirittura, persiste nel terreno per tre anni.

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