La pacciamatura: cos’è, a cosa serve e come si fa

 

La pacciamatura è una pratica che risolve molti problemi pratici nella gestione di un orto o di un giardino. Consiste nella copertura della superficie del terreno con materiale di varia natura, organica ed inorganica.

I principali vantaggi della pacciamatura sono:

  • trattenere l’umidità del terreno, riducendo l’evaporazione (in estate) ed un conseguente risparmio idrico [ leggi anche “ 10 semplici regole per risparmiare acqua in giardino ” ]
  • proteggere le radici dalle escursioni termiche: dunque trattenere calore in inverno ed evitare un eccessivo surriscaldamento in estate.
  • evitare il compattamento del suolo dovuto all’impatto della pioggia
  • impedire la crescita delle infestanti, sottraendo luce [ leggi anche “Diserbante naturale : acqua e sale !” ]

Regole basilari per pacciamare in modo ottimale:

  1. In un contesto strettamente biologico-naturale, utilizzare solo materiale organico (paglia, aghi di pino, fogliame, corteccia, cippato, fibra di cocco, torba.. ecc..), o inorganico, purché di origine minerale ( ghiaia, roccia lavica, sassi ..).
  2. Nei giardini o comunque in prossimità di piante perenni dove non c’è un frequente ricambio delle colture si può optare per una pacciamatura minerale. Mentre nelle colture annuali, si consiglia materiale di origine vegetale e con uno spessore dello strato non superiore ai 5-6 cm per favorirne il naturale processo di decomposizione. Strati troppo spessi di pacciamatura, oltre a restare indecomposti, rischiano di essere ricettacolo di ospiti sgraditi attratti da marcescenze ed essere anche veicolo di malattie.
  3. Ogni materiale pacciamante ha diverse caratteristiche e diversi tempi di degradazione. Ad esempio, la torba, pur essendo un ottimo substrato (utilizzato in sostituzione del terriccio nella coltivazione indoor), ha tempi di degradazione molto lunghi  ed influisce sul pH del terreno, verso valori di acidità. Stesso discorso vale per gli aghi di pino che, se usato come pacciamante, aumenta l’acidità del terreno a livelli tali da avere l’effetto di diserbo totale. Dunque torba e aghi di pino possono essere usati come materiale pacciamante delle acidofile (ad esempio camelia e ortensia, ma anche fragole, lamponi e frutti di bosco) o mischiati ad altri materiali. Altri materiali grossolani, ricchi di cellulosa ( trucioli, segatura, cippato..) hanno tempi di decomposizione più lunghi di materiali acquosi come foglie, sfalci d’erba, scarti dell’orto. Ogni materiale ha i suoi pro e i suoi contro: il trucco è capire quello più adatto.
  4. La velocità di decomposizione dello strato pacciamante dipende, oltre che dalla natura del materiale, anche da temperatura ed umidità. Maggiore umidità e temperature elevate, riducono i tempi di degradazione. Quindi, nonostante si possa pacciamare praticamente in qualsiasi momento dell’anno e in qualsiasi fase di crescita, anche la stagione e l’esposizione al sole della zona da pacciamare incidono sulla scelta della materiale da utilizzare.

L’unico aspetto negativo della pacciamatura è una momentanea sottrazione di azoto nel terreno da parte della microflora: la decomposizione avviene ad opera di microorganismi che in presenza di risorse, aumentano esponenzialmente e per moltiplicarsi hanno bisogno proprio di azoto. Nonostante sia temporanea questa fase, il problema può essere ovviato incrementando azoto con letame o compost maturo. Tuttavia è una sottrazione momentanea, in quanto la stessa degradazione della pacciamatura apporterà azoto al terriccio.

In conclusione la pacciamatura è utile e, se fatta con i materiali giusti, migliora anche la qualità del terreno.

 

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