Altre tecniche estrattive, come ad esempio le tinture, prevedono l’utilizzo di alcool e una successiva diluizione con acqua in base al tipo di pianta impiegata. Anche il rapporto tra piante e alcool varia molto, così come i tempi di macerazione.
Senza scendere troppo nel dettaglio dunque, ed anche cercando di semplificare, per preparare una tintura di arnica occorrono:
- 10 grammi di radice di arnica essiccata
- 120 ml di alcool alimentare 95°
- 70 ml acqua distillata
Si lascia in macerazione la radice di arnica nell’alcool per circa 20 giorni, agitando il contenitore ermetico quotidianamente.
Successivamente si filtra e si diluisce con l’acqua, riponendo il composto in un contenitore di vetro scuro, meglio ancora se dotato di contagocce .
La tintura così ottenuta, non va MAI ingerita (l’arnica è tossica se ingerita!), viene utilizzata solo per uso esterno e mai su pelle lesionata.
E’ molto indicata in caso di distorsioni, slogature e dolori muscolo-scheletrici: si applica su una garza per formare degli impacchi da applicare sulle parti doloranti. La presenza di glucosidi flavonoici donano all’arnica proprietà vasocostrittori, influendo sulla circolazione, e dunque è molto indicata per il riassorbimento di ematomi.
L’arnica montana è una pianta spontanea, tuttavia risulta sempre più difficile reperirla in natura, tanto da rientrare tra le specie protette. In qualche erboristeria ben fornita è possibile trovare la radice essiccata di arnica. Tuttavia coltivarla non è difficile, in quanto ha dimensioni ridotte e poche esigenze.
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