In passato raccogliere e conservare i semi per le semine successive era una consuetudine molto diffusa. Oggi lo è decisamente meno, complice la facilità nel reperire i semi di varietà anche insolite, la tendenza a pensare che quelli acquistati siano migliori o che siano difficili da ricavare.
In realtà raccogliere e conservare i semi garantisce, come per gran parte delle cose realizzate con le proprie mani, una qualità maggiore, oltre ad altri vantaggi.
Ricavando da soli i propri semi è possibile ottenere semi biologici, privi di additivi (molte case produttrici “conciano” i semi, aggiungendo fungicidi chimici), oltre che preservare la biodiversità e continuare a riprodurre varietà antiche o rare.
Le regole base per diventare “seed saver“, letteralmente conservatori di semi, sono poche, ma fondamentali:
- bisogna selezionare e raccogliere solo semi di piante sane
- i frutti e le piante devono tendenzialmente completare il loro ciclo per essere certi che i semi siano pronti
- i semi, una volta raccolti, devono essere asciugati all’aria in un luogo fresco e conservati lontani da fonti di calore e all’asciutto (L’acqua e il calore attivano i semi, oltre a favorire la proliferazione di muffe. A tal proposito potrebbe essere utile cospargere i semi prima di riporli in recipienti ermetici con cannella in polvere, ottimo antifungino naturale.)
Le verdure a foglia come lattughe e spinaci quando in gergo “montano a seme” iniziano a svilupparsi in altezza e a formare al centro dei fiorellini dai quali sarà possibile raccogliere i semi.
Nel caso di piante biennali, come ad esempio prezzemolo, sedano, lunaria, carota, cipolla, il loro ciclo vitale dura due anni, quindi, se normalmente avremmo utilizzato la pianta e le sue parti nel primo anno, per raccoglierne i semi bisogna aspettare il secondo anno.
In presenza di semi particolarmente piccoli o “volatili” (semi che si disperdono facilmente nell’ambiente), può essere utile collocare sul fiore o sul frutto dei sacchetti di organza che permettono la traspirazione e al tempo stesso di controllare la situazione: appena i semi sono ormai pronti, si preleva sacchetto e semi. Chiaramente il sacchetto va collocato sul fiore solo dopo che è avvenuta l’impollinazione, quando comincia a sfiorire.
Il bello di questa pratica è sicuramente la possibilità di poter osservare con attenzione l’intero ciclo vitale di una pianta con tutte le sue trasformazioni e concludersi con il punto di partenza di un nuovo ciclo.
Poi per i seed savers ci sono molte occasioni di scambio per poter arricchire il proprio “bottino” in molti eventi appositamente dedicati.
A tal proposito segnaliamo l’associazione “Civiltà Contadina“, la realtà italiana più importanti del settore.