Semine e lavori di Ottobre

10-ottobreLe semine di Ottobre :

Settembre è il mese di transizione per eccellenza in cui nei campi è possibile trovare ancora le colture estive , ormai al temine del loro ciclo vitale , e si comincia a fare pulizie per le semine autunnali .
Nel mese di Ottobre è possibile seminare ortaggi a ciclo breve che possono essere raccolti prima dell’arrivo delle gelate , tipo gli spinaci, le cime di rapa, le rape, le barbabietole, i broccoletti, i ravanelli e poi le varie insalate (lattughe da taglio, indivia, scarola, rucola, valerianella, cicoria da taglio).
Chiaramente a Nord sarà necessario usare coperture di TNT ( tessuto non tessuto) o altro per preservare le colture dagli sbalzi di temperatura .

Talee autunnali :

In questo periodo è possibile riprodurre per talea i sempreverdi ( lauroceraso , bosso , camelia , caprifoglio , aucuba ..) , alcune specie a foglia caduca ( spirea , forsizia ..) , e anche talee di rose . (leggi anche “Ormoni radicanti naturali” )

Lavori :

Nel giardino è il momento giusto per potare gli alberi e gli arbusti che hanno terminato la fioritura (ibisco , lantana , fucsia .. ) . Tuttavia se si vive in climi soggetti a gelate precoci è preferibile rimandare in primavera .

Si possono asportare i bulbi quali dalie o gladioli , lasciandoli prima asciugare in ambiente ventilato per qualche giorno , rimuovendo le zolle di terra e poi riponendoli in cassette , stratificati con sabbia o appesi in sacchetti di rete come quelli delle cipolle .

Per chi lo desidera , può preparare il terreno per poi mettere a dimora nuovi ceppi di rose .

 

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I super cibi: la Stevia. Come si coltiva e come si usa.

Stevia , l'alternativa allo zuccheroPresente ormai in tutti i prodotti a basso contenuto calorico, meglio ancora, “low-carb”, ovvero a basso contenuto di carboidrati, forse non molti sanno cos’è effettivamente la Stevia e perché è rientrata di diritto nei cosiddetti “super cibi”.
E’ un arbusto perenne appartenente alla famiglia dei crisantemi originaria del Paraguay e Brasile: utilizzata come dolcificante naturale per la presenza dello stevioside, il principio che ne determina il potere dolcificante a zero calorie e senza influire sui valori della glicemia (dunque molto importante anche per chi soffre di diabete).
Lo stevioside a differenza di altri dolcificanti di sintesi, come l’aspartame, oltre a non apportare danni alla salute, non si altera alle alte temperature, quindi è adatto anche nelle cotture (gli edulcoranti di sintesi alle alte temperature si “denaturano”, perdendo il potere dolcificante).
La Stevia si adatta bene anche ai climi italiani e, grazie alle modeste dimensioni, può essere coltivata anche in vaso, avendo l´accortezza di mantenere il terreno sempre ben drenato.
La Stevia necessita di luce ed annaffiature costanti, effettuate solo
quando la terra è asciutta.
E’ una pianta perenne. In inverno si consiglia di tenerla al riparo.
Le piante vanno potate almeno due volte: prima e dopo la fioritura. La prima quando la pianta raggiunge 10-12 centimetri di altezza, con tagli netti e obliqui e fatti al di sopra di una gemma, dalla quale si formerà un nuovo ramo. Questa potatura ha la funzione di far crescere la pianta in larghezza, piuttosto che in lunghezza, aumentando quindi il numero delle foglie. La seconda potatura va fatta subito dopo la fioritura (da Ottobre in poi), e dopo che tutti i semi siano stati raccolti, infatti in autunno la pianta generalmente comincia a seccare, per andare in riposo vegetativo durante l’inverno. E’ a tutti gli effetti una ” brevidiurna”, ovvero subisce molto l’influenza della riduzione quotidiana delle ore di luce: come le ore di luce si riducono, comincia a fiorire per terminare il suo ciclo.

Dopo la potatura, se preservata dal freddo, la stevia rigetterà nuovamente durante la primavera successiva.

I semi, quindi, si raccolgono nel momento in cui i fiori, piccolissimi e bianchi (non profumano), cominciano a seccare.
La Stevia si può riprodurre anche mediante talea.
La talea, che è di tipo erbacea, va fatta proprio all’inizio di primavera: si preleva un rametto dalla parte più giovane della pianta e lo si interra. Nel giro di qualche settimana la talea inizierà a radicare.

Come si usa la Stevia Rebaudiana:

Foglie fresche.

Si possono usare per infusioni o decotti.

Estratto liquido di Stevia.

Estratto di Stevia :
Ingredienti :
– 1 litro di alcool a 95°
– 350 grammi di foglie fresche di stevia
– 350 ml d’acqua

Preparazione :
L’estratto si prepara mettendo le foglie fresche ( 350 grammi) in un
litro di alcool a 95° e lasciando macerare il tutto per 15 giorni.
Successivamente si filtra la soluzione e la si diluisce aggiungendo 350 ml di acqua. A questo punto si fa evaporare l’alcool, riscaldando la soluzione a fuoco lento per evitare che possa infiammarsi. Poi si procede concentrando la soluzione facendola bollire (quindi a fiamma vivace) fino a raggiungere la consistenza di uno sciroppo. Ovviamente più l’estratto è concentrato, più è dolce.
E’ stato stimato che 200 grammi di sciroppo (ottenuto da 1 litro di
alcool) abbia un potere dolcificante pari a circa 14 chili di zucchero
(saccarosio).

Polvere:

Si ottiene dalle foglie secche, ottenute come la maggior parte delle erbe officinali, ovvero lasciandole essiccare al sole per qualche giorno.
Dopo l’essiccazione si procede allo sminuzzamento delle foglie, che possono essere sbriciolate manualmente o in un comune mixer.

Grappa alla Stevia:

Occorrono circa 50 foglie di Stevia (ben lavate ed asciugate) per 1 litro di grappa bianca (preferibile quella a 40 gradi): basta tenere in infusione le foglie nella grappa per circa 30 giorni (in realtà dipende dai gusti, più tempo resta nella grappa, più sarà marcato il carattere dolce della stevia), si filtra e si gusta a temperatura ambiente!
La grappa, tipicamente pungente, con la Stevia assume un carattere tondo e diventa gradevole come un liquore.

Leggi anche Limoncello senza zucchero con la stevia

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Ormoni radicanti naturali

Riprodurre le piante per talea è il modo più semplice e più rapido per ottenere nuovi individui peraltro con le stesse caratteristiche della pianta madre, quindi è particolarmente indicata questa pratica se la pianta da riprodurre ha caratteristiche rare, è un ibrido o è difficile da riprodurre mediante semina.
Per facilitare il processo, in commercio esistono vari tipi di prodotti chimici in polvere o liquidi, chiamati ormoni radicanti per la presenza di fitormoni di sintesi che stimolano la formazione delle radici. In un contesto biologico, o soprattutto per la coltivazione di ortaggi, l’uso sconsiderato di prodotti chimici è da ridurre il più possibile.
L’alternativa biologica e completamente innocua agli ormoni radicanti di sintesi sono diversi. Ad esempio si possono utilizzare anche altri prodotti di uso comune in cucina, come la cannella e il miele, per ottenere lo stesso risultato.
Il miele, ad esempio, è noto per le sue proprietà antibatteriche: applicato sul taglio della talea, preserva la zona dalla formazione di muffe e marcescenze. A tal scopo, sul nostro shop è possibile acquistare un miele non alimentare appositamente prodotto dalla Bio Magno, biologico ed interamente ottenuto in Italia, chiamato appunto ” RIZOGENESI ” proprio perché favorisce la formazione delle radici.

La cannella in polvere, invece, spolverizzata sul taglio, dopo averlo precedentemente immerso in acqua, per facilitarne l’adesione, evita l’insorgere di malattie fungine e previene lo sviluppo di marciume nella delicata fase di attecchimento delle talee sostituendo egregiamente i prodotti chimici normalmente venduti per tale scopo. La cannella in polvere può essere usata anche nelle semine, cosparsa sul terriccio, come antimicotico naturale.
Oltre al miele e alla cannella, si può usare anche un infuso di salice piangente, per la presenza di acido acetilsalicilico ( il principio attivo dell’aspirina). Volendo si potrebbe utilizzare anche direttamente l’aspirina, magari quelle scadute, ma poi si perde di vista l’obbiettivo di utilizzare prodotti naturali.

Tutti le alternative agli omoni radicanti elencati possono essere utilizzati non solo nelle talee, ma anche per proteggere eventuali ferite della corteccia di piante e alberi molto ricorrenti durante le potature effettuate con attrezzi non idonei o non affilati. Infatti tutti gli ormoni radicanti di cui abbiamo parlato hanno in comune proprietà antibatteriche e antimicotiche, non hanno una vera e propria azione sulla formazione delle radici, ma piuttosto creano le condizioni ottimale in un momento delicato in cui la pianta non è protetta dalla corteccia, prevenendo le malattie più comuni.

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