Dado vegetale fatto in casa

dado vegetale fatto in casaAutoprodursi il dado vegetale è un modo per risparmiare , mangiare sano e sfruttare al meglio gli esuberi degli ortaggi coltivati .

Il dado industriale al Kg costa in media 10,00 € in cambio di una qualità piuttosto bassa per un prodotto che per il 50% è costituito da sale. Recentemente molte case produttrici scelgono di eliminare il glutammato , un additivo con sigla E621 ( leggiamo le etichette !), mantenendo complessivamente la quantità effettiva di verdure intorno al 10%. Quindi ogni volta che inseriamo un dado industriale nei nostri piatti aggiungiamo un concentrato di sale e additivi con tracce di ortaggi.

In rete ci sono tantissime ricette per realizzare in casa il dado vegetale. Alcune prevedono la cottura degli ortaggi, per asciugarli, ottenendo in questo modo un dado granulare dall’aspetto secco, molto verosimile a quello acquistato. Altre preparazioni, invece, inseriscono tra gli ingredienti l’olio come conservante.

Noi invece vi segnaliamo la ricetta di Stefania Rossini, tratta da “Vivere in 5 con 5 € al giorno“, a nostro avviso più leggera, rapida, in quanto non prevede cottura, e personalizzabile.

Ingredienti :
  • 500 g di sale marino fine, possibilmente integrale
  • 500 g di cipolle
  • 500 g di carote
  • 100 g di prezzemolo
  • 100 g di sedano
  • 100 g di rosmarino
  • 100 g di salvia

L’unico conservante di questo dado è il sale, che garantisce la durata del prodotto lungo tutto l’inverno. Potrete prepararlo con le verdure che più vi piacciono o che avete a disposizione: la lista degli ingredienti è puramente indicativa .
Se la quantità di verdure è minore ( o maggiore) sarà necessario modificare anche la quantità di sale. Come vedete la quantità di sale è di 500 grammi per 1,5 Kg di verdure e aromatiche.
Lavate ed asciugate le verdure. Tritate finemente il tutto in un frullatore . Mettete il composto ottenuto in una ciotola e integrare il sale. Il dado si conserva in barattoli di vetro, precedentemente lavati bene. Riporre i barattoli in frigo ed utilizzare il dado granulare così ottenuto come consuetudine per insaporire in sostituzione del sale.

Volendo il dado può essere porzionato nelle vaschette del ghiaccio e conservato nel congelatore, per prolungarne la durata.

Pane al grano saraceno senza cottura (raw) e senza glutine

Abbiamo già parlato del “Raw food” nel post sul gelato con 1 ingrediente : durante la preparazione di questo cibo non è prevista l’utilizzo di temperature superiori ai 40 °. Per realizzare questo tipo di pane, infatti, non è prevista una cottura classica, ma un’essiccazione al sole o in essiccatore. Non è previsto lievito, quindi non sarà un pane soffice, ma piuttosto una schiacciatina croccante, tipo cracker. Il grano saraceno, che abbiamo già utilizzato anche per la preparazione della pasta fresca, non contiene glutine, quindi questa ricetta è indicata anche per i celiaci .

Ingredienti:

  • 1/2 Kg di grano saraceno
  • 1 Kg di zucchine
  • aromi e spezie ( aglio, cipolla, rosmarino, prezzemolo..)
  • 1 cucchiaino di sale
  • 2-3 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 2-3 tazze di semi di lino ( in alternativa altri semi, che danno gusto e croccantezza )

Mettere in ammollo per almeno 12 ore il grano saraceno. Tritare finemente in un mixer le zucchine, poi aggiungere il grano bel lavato e scolato, e poi tutti gli altri ingredienti. Bisogna ottenere un impasto liscio ed omogeneo.

Stendere l’impasto in sfoglie sottili ( più sono sottili, prima si seccano ). L’ideale sarebbe utilizzare la macchina a manovella per stendere la pasta. Stendere le sfoglie al sole su telai e lasciare asciugare per mezza giornata, avendo l’accortezza di capovolgerle. Oppure inserire in essiccatore per 4-6 ore per lato.

Le zucchine, come il lino, possono essere sostituite da altre verdure a piacere, come ad esempio carote o zucca.

Volendo se ne può fare una versione dolce, sostituendo il sale con lo zucchero ( o miele ) e le verdure con bacche di goji, uvetta, ciliegie o altra frutta, purché non apporti troppa umidità al composto che altrimenti impiegherebbe molto più tempo per essiccarsi.

Con questi quantitativi si ottengono davvero molte sfoglie, che si conservano in un recipiente ermetico per molti giorni.

 

 

 

Moss graffiti: disegnare con il muschio

MossGraffiti - disegnare con il muschioImbrattare i muri di strade pubbliche o, peggio ancora, i monumenti da qualche anno è diventato un vero e proprio reato punibile con un decreto penale e relativa multa che varia sulla base del luogo in cui è avvenuto lo scempio. In alcuni comuni d’Italia per limitare i danni del graffitismo vandalico e al tempo stesso valorizzare gli artisti, sono state preposte delle zone dove è possibile dare sfogo alla creatività, senza però deturpare case o monumenti.

Un’alternativa più green e al tempo stesso originale, è la creazione di graffiti con il muschio. Visivamente molto belli e al tempo stesso molto semplici da realizzare. E’ necessario prima realizzare una poltiglia di muschio e yogurt ( lo yogurt ha la duplice funzione di far aderire il muschio alla superficie e dare l’acidità di cui ha bisogno per crescere) e poi utilizzarla come una sorta di pittura .

Per realizzare questa speciale “vernice” ecologica al 100% , occorrono:

  • Una o due zolle di Muschio fresco
  • 1 yogurt ( anche scaduto o vegano)
  • 2 tazze di Acqua
  • 1/2 cucchiaio di Zucchero

Frullare tutti i componenti ed utilizzare come una qualsiasi vernice .
Nebulizzare settimanalmente il graffito ( il muschio ha bisogno di un ambiente umido per crescere e vivere e , possibilmente , non troppo esposto al sole ) e , eventualmente , ritoccarlo con altra vernice al muschio .

In alternativa è possibile realizzare il disegno su del compensato , come se fosse una tela . In questo modo in realtà è più facile gestire le esigenze del muschio (umidità ed ombra) .

Questo stesso composto può essere utilizzato anche come tecnica per coltivare il muschio , molto utile in giardino come decorazione, per creare un tappeto uniforme verde. Oppure se si vuole invecchiare oggetti come statue, vasi, fontane o altro .

Potrebbe interessarti anche il post sulla realizzazione dei Kokedama, ovvero delle composizioni sferiche ricoperte, appunto , da muschio molto di tendenza.

 

Erbe tintorie per capelli: non solo Henné

erbe tintorie : non solo hennéLe erbe officinali, oltre che per le proprietà curative e l’impiego in cucina, possono essere utilizzate anche come coloranti naturali di tessuti, saponi o per i capelli, in sostituzione delle tinture a base di ammoniaca, o altri INCI (acronimo di International Nomenclature of Cosmetic Ingredients: ingredienti dei cosmetici con nomi riconosciuti in tutto il mondo) pericolosi per l’uomo e l’ambiente. L’Henné è sicuramente l’erba tintoria più conosciuta: è una polvere ricavata dalle radici e dalle foglie della Lawsonia inermis, un piccolo arbusto. Ma in realtà si possono utilizzare anche altre erbe, facilmente reperibili addirittura al mercato o dal fruttivendolo. Per ricavare la colorazione vengono impiegate foglie, radici, frutti, semi, pistilli e petali, in base alla colorazione e alle sfumature desiderate.

Per capelli biondi si può utilizzare la camomilla, lo zafferano, la calendula, petali di girasole, buccia di limone, erba gatta, tagete, radice di rabarbaro, curcuma. A proposito del limone, utilizzando anche solo il succo e lasciandolo agire in purezza sui capelli per almeno 3-4 ore, è possibile schiarire i capelli di qualche tono già dopo poche applicazioni.

Per capelli rossi bisogna invece impiegare petali di ibisco, fiori di trifoglio rosso, petali rosa rossa, barbabietola, carote, robbia (o garanza).

Per capelli castani, ortica, rosmarino, salvia, corteccia castagno, corteccia ciliegio, chiodi di garofano, cannella.

Per capelli neri, infine, mallo di noce, tè nero, caffè, petali di fiordaliso (dona sfumature di blu).

Prima di procedere con la tintura di erbe, è preferibile fare un impacco per 30 minuti di tè molto concentrato per aprire le squame del capello e facilitare l’assorbimento del colore. Successivamente nebulizzare con aceto di mele (1 cucchiaio diluito in 5 cucchiai di acqua), senza risciacquare per fissare il colore.

Preparare la tintura inserendo 1/2 tazza delle erbe sopra elencate in 3/4 di aceto di mele precedentemente intiepidito , lasciare in infusione per 5 minuti. Aggiungere 1 cucchiaio di olio a scelta tra mandorle, oliva, argan (opzionale) ed applicare sui capelli, tenendo in posa da 45 minuti a 2 ore.
La tintura si può conservare in barattoli ermetici per molti mesi, in quanto l’aceto è un ottimo conservante naturale. Ovviamente più le erbe sono state in infusione, più la tintura è efficace, quindi eventualmente è preferibile ridurre il tempo di posa.
Risciacquare senza usare shampoo.

In conclusione, riportiamo una breve lista di F.A.Q. sul post :

1) Bisogna necessariamente usare aceto di mele? Non posso usare quello di vino? 
L’aceto di vino risulta più aggressivo (acido) rispetto a quello di mele.

2) Le erbe vanno polverizzate o frullate? E dopo l’infusione e prima della posa, bisogna filtrarle?

Più piccole sono le dimensioni delle erbe, più velocemente rilasceranno la colorazione nell’aceto. Se le erbe sono state in infusione per molto tempo (possono stare in infusione anche per mesi, in quanto l’aceto è un ottimo conservante naturale), possono essere tranquillamente filtrate prima dell’applicazione.

3) Le erbe tintorie coprono i capelli bianchi o grigi?

In linea di massima si, ma la coprenza varia da capello a capello e da erba ad erba. Bisogna sperimentare.

4) Il mio parrucchiere mi sconsiglia di usare l’henné sui capelli precedentemente tinti con agenti chimici, perché il colore finale potrebbe essere diverso da quello desiderato, con colorazioni improbabili, tipo il verde. Vale lo stesso per le altre erbe tintorie?

Premesso che, se l’henné è puro (quindi contiene solo Lawsonia inermis nell’ Henné rosso, Indigofera tinctoria nell’ Henné nero e Cassia obovata nell’ Henné neutro), non dovrebbe generare controindicazioni nelle colorazioni. Le colorazioni “improbabili” si verificano quando l’henné è di bassa qualità, al quale è stato aggiunto picramato, un colorante sintetico che rende la colorazione più forte e in tempi più brevi.Dunque nel caso delle erbe tintorie, il dubbio non si pone. Tuttavia, in una fase sperimentale, si può sempre scegliere di fare qualche prova sulle ciocche più nascoste della nuca.

5) Bisogna usare tutte le erbe dell’elenco per tipo di colore?

No, le erbe vengono scelte in base alle disponibilità.

6) Ma dove si possono reperire queste erbe?

La stragrande maggioranza sono reperibili al supermercato o in erboristeria.

Come fare in casa i germogli senza germogliatore

germogli fatti in casaQuando abbiamo parlato dei “super cibi” e nello specifico dei semi di lino, abbiamo fatto un accenno ai benefici dei germogli.

Gran parte dei semi sono ricchissimi di proteine, fibre vegetali, minerali ed acidi grassi essenziali. Il seme, infatti, è un concentrato di energie e nutrienti di riserva per il futuro germoglio.

Le sostanze nutritive del seme aumentano sensibilmente durante il processo di germogliazione producendo inoltre enzimi, sostanze vive fondamentali per la digestione e il metabolismo.

In commercio si trovano molti tipi di germogli, freschi nei banchi frigo o in scatola. Tuttavia, farli in casa è molto semplice ed economico, anche senza l’ausilio di un germogliatore, inoltre prevede un impiego di risorse minore (basti solo pensare ai mille imballaggi con cui vengono venduti gli alimenti), quindi anche più sostenibile. Inoltre dopo lo scandalo di qualche anno fa dei germogli contaminati dall’ E. coli, autoprodurseli è una garanzia in più, in quanto la contaminazione avvenne ad opera dell’acqua, non dei semi.

Come fare i germogli in casa

Occorrente:

  • colino capiente a maglie fitte
  • semi da germogli, ad uso alimentare (non quelli da semina che potrebbero essere trattati)
  • acqua

Tenere in ammollo i semi per idratarli. Il tempo di idratazione dipende dalle dimensioni del seme: un seme piccolo impiega poche ore, un seme più grande può richiedere fino a 6-7 ore di idratazione.
Alcuni tipi di semi sono detti “mucillaginosi” ( lino, crescione, basilico e rucola), ovvero appena idratati formano una sostanza gelatinosa in superficie: in questo caso si consiglia di farli rinvenire per pochi minuti.

Una volta idratati, si trasferiscono i semi nel colino e si sciacquano sotto il getto dell’acqua corrente.

Il colino va posto in un contenitore che permetta di mantenerlo in sospensione per far circolare l’aria ed evitare i ristagni di umidità. Il recipiente sottostante sarà pieno d’acqua, ma non entrerà mai in contatto con i semi per evitare marcescenze.
Passare il colino sotto l’acqua corrente 2-3 volte al giorno per 4-5 giorni finché i germogli non raggiungono i 2-3 cm di altezza. Chiaramente ogni tipo di seme ha tempi di crescita differente. Non devono mai mancare umidità, luce (non diretta) e tepore ( l’ideale è tra i 15 e i 20, ma temperature maggiori sono sempre ben accette, velocizzando di molto i tempi), come avviene per ogni tipo di semina. Appena raggiungono l’altezza desiderata, si possono conservare in frigo per diversi giorni, dove continuano a crescere, ma molto più lentamente.
Si possono mangiare crudi, nelle insalate o cotti, ripassati in padella. Unico limite è la fantasia!

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Gelato con 1 ingrediente senza gelatiera

Una preparazione che prende ispirazione gelato con 1 ingrediente senza gelatieradal “Raw Food” , letteralmente ” Cibo crudo” : uno stile di vita volto ad un’alimentazione sana e naturale che prevede il consumo di cibo di origine vegetale crudo o trattato a temperature inferiori ai 40-45 gradi , in Italia più noto come “crudismo” . Infatti è un gelato completamente vegano e che non prevede cotture quali potrebbe essere la pastorizzazione degli ingredienti come avviene nel gelato tradizionale nel quale viene utilizzato l’uovo e il latte .

Come si prepara il gelato con un solo ingrediente , ma soprattutto senza gelatiera ?

Semplice . E’ necessario congelare la frutta precedentemente lavata a pezzetti almeno 8 ore prima dell’uso . I frutti più adatti sono sicuramente banana , lampone , fragole , mirtilli o tutta quella frutta già molto dolce ed aromatica senza l’aggiunta di altri ingredienti . Una volta congelati , vanno frullati con l’aggiunta di pochissima acqua fredda finché il composto non appare cremoso .

Disporre con un cucchiaio il gelato nelle coppette e servire subito , oppure riporre in un contenitore nel freezer .

Indicato per gli sportivi , per chi è sempre a dieta o semplicemente per chi è attento a ciò che mangia . Può avere infinite varianti , anche con l’aggiunta di altri ingredienti , ma sicuramente risulta un’ottima idea per far mangiare più frutta ai bambini e per utilizzare eccedenze di frutta ( per chi ha la fortuna di avere un orto ) che altrimenti sarebbero destinata alla compostiera , in quanto si congela la frutta e la si può utilizzare fino ai sei mesi successivi  .

Per approfondimenti sul “Raw Food” per bambini :

Libro ” Primi passi verdi “. Guida per genitori e bimbi eco-sostenibili, da 0 a 6 anni: cibo, abiti, pulizia, giochi, attività – I fiori del bene – Vendita semi on line

10 semplici regole per risparmiare acqua in giardino

risparmio-idrico

L’acqua è un bene prezioso: vietato sprecarla!

1) Innaffiare solo quando necessario. Sembra una banalità, ma talvolta per eccesso di zelo, si tende ad annaffiare più del necessario, provocando addirittura danni alle piante. Dunque annaffiare solo quando il terriccio è realmente molto asciutto. In commercio esistono degli strumenti capaci di misurare l’umidità in profondità al livello delle radici ( misuratore 3 in 1 – pH , umidità , illuminazione  ) dove il terriccio può essere molto umido anche se in superficie è stato asciugato dall’aria e dal sole.

2) Annaffiare solo di mattino presto o tardo pomeriggio: annaffiare nelle ore più calde danneggia solo le radici delle piante, in quanto tenderà ad evaporare, cuocendo letteralmente le radici.

3) Riutilizzare l’acqua usata in cucina per lavare le verdure o della cottura della pasta, chiaramente dopo che si sia raffreddata.

4) Scegliere piante con un’esigenza idrica bassa: privilegiare quindi ad esempio salvia, timo, origano, rosmarino, piselli e alcune varietà di pomodoro.

5) Arieggiare il terreno: un terreno troppo sodo e compatto risulta quasi impermeabile all’acqua e le radici delle piante fanno fatica a ramificarsi in modo sufficiente da poter assorbile bene l’acqua.

6) Impiegare la pacciamatura: la pacciamatura è uno strato superficiale isolante del terreno che può essere costituito sia da materiale organico ( ghiaia, corteccia, foglie, sfalcio di erba, aghi di pino, segatura, fibra di cocco..ecc..), che inorganico minerale ( ghiaia e rocce laviche). Impedisce l’evaporazione dell’acqua in estate e le gelate d’inverno . Inoltre riduce notevolmente il problema delle infestanti. [Leggi anche “La pacciamatura“]

7) Le infestanti entrano in competizione con le piante coltivate, in quanto necessitano anch’esse di acqua per sopravvivere. Quindi vanno assolutamente estirpate.

8) Bagnare solo le radici: le foglie e il tronco non hanno bisogno di acqua, anzi potrebbero essere danneggiate dall’insorgere di muffe e marcescenze. Tutta l’acqua che non arriva alle radici è tutta acqua sprecata. Quindi anche nella scelta di un sistema di irrigazione, è preferibile optare per un sistema a goccia piuttosto che quello a pioggia.

9) Raccogliere e riutilizzare l’acqua piovana: è gratis e si può raccogliere facilmente disponendo contenitori in giro per il giardino  N.b.: è preferibile non conservarla per troppi giorni, in quanto potrebbe diventare ricettacolo di larve di insetti sgraditi o raccoglierla in contenitori chiusi.

10) Raccolta e riutilizzo delle acque grigie: le acque grigie sono quelle di scarico provenienti da lavandini, docce, cucine e lavatrici. Possono essere riutilizzate nell’irrigazione a condizione che i prodotti impiegati per l’igiene della casa o della persona siano ecologici, altrimenti possono essere utilizzate solo per la pulizia di terrazze o cortili.

In conclusione, teniamo presente che le piante sono più predisposte a sopravvivere alla carenza che agli eccessi di acqua. Infatti nelle cellule vegetali presentano una struttura, il vacuolo, che ha anche la funzione di riserva di acqua e sostegno per i tessuti delle foglie e dei fusti. In caso di siccità, l’acqua stoccata nei vacuoli viene impiegata per le esigenze primarie della pianta e foglie e fusti, perdendo sostegno, appassiscono. Occorre idratare le radici e le foglie riprendono turgore in poche ore. I danni, invece, generati dagli eccessi non sono così visibili e nemmeno reversibili.

Quindi meglio mantenersi indietro con le irrigazioni che eccedere.

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Libro : Un giardino (quasi) senz’acqua di Michele e Jean-Claude Lamontagne 

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