Come curare le piante quando si va in vacanza

Le vacanze estive sono ormai imminenti e il solo pensiero di dover abbandonare, anche se temporaneamente, le tue care piante ti fa stare un po’ in ansia? E’ normale: chi si prende cura di una o più piante, lo fa con amore e dedizione. Non dimentichiamoci che sono pur sempre degli esseri viventi!

Di solito la soluzione più indicata quando si va in vacanza, o ci si assenta da casa per periodi più o meno lunghi, è quella di trovare un “plant-sitter”, qualcuno che per amicizia, o proprio per professione (già, c’è gente che viene pagata per accudire le pianete!), si prenderà cura di loro in tua assenza.

Se l’idea di traslocare mezza veranda o, peggio ancora, di dover lasciare ad un estraneo le chiavi di casa (sentimento comprensibile e condivisibile), l’alternativa è quella di adottare una serie di trucchi per preparare le amate piante ad un periodo di autonomia programmata. Se mentre in inverno, complice le temperature più basse e i cicli vegetativi rallentati, le cure sono davvero ridotte a pochi interventi mensili, in estate una sospensione delle irrigazioni anche per pochi giorni possono comportare delle conseguenze anche abbastanza gravi.

Sostanzialmente per fronteggiare il problema, bisogna fare scorta di acqua e renderla disponibile al bisogno e ridurre l’evaporazione della stessa.

Immagazzinare acqua

I trucchi per immagazzinare quanta più acqua possibile sono tanti. Si possono inserire nel terreno delle bottiglie a testa in giù, chiaramente piene d’acqua. Vanno bene sia le comuni bottiglie in plastica, volendo con il tappo precedentemente forato, per rilasciare più lentamente l’acqua, oppure anche bottiglie di vetro. In aggiunta si può disporre un grande contenitore pieno d’acqua posto leggermente più in alto rispetto al vaso, dal quale far pendere un cordino che andrà interrato nel vaso. L’acqua per capillarità verrà assorbita dal cordino e raggiungerà il vaso. In alternativa al cordino, si possono utilizzare anche stoffa o striscioline di vecchie asciugamani. Un altro trucco per fare scorta di acqua sono gli immancabili sottovasi. In aggiunta si può utilizzare un unico grande contenitore, tipo bacinella, dove inserire più vasi.

Ridurre l’evaporazione 

Come anticipato, se creare una scorta d’acqua risulta fondamentale per far sopravvivere le piante durante le vacanze, è altrettanto importante ridurne l’evaporazione. Nel caso di piante poste all’aperto ed esposte al sole per molte ore, è preferibile spostarle in una zona più riparata, altrimenti la scorta di acqua evaporerà nel giro di qualche giorno, rendendo vano il lavoro fatto. Anche creare una copertura sulla superficie del terriccio può aiutare molto a ridurre l’evaporazione. In agricoltura questa tecnica viene chiamata pacciamatura (ne abbiamo parlato ampiamente in questo articolo) e può essere realizzata con vari materiali, di origine organica o minerale. Per un uso domestico e temporaneo, potrebbe bastare anche del semplice cartone tagliato e sagomato con la forma del vaso.

Per le piante d’appartamento valgono gli stessi consigli, ad eccezione delle succulente e grasse, che hanno necessità idriche molto più ridotte.

Se le piante sono tante, bisognerebbe anche prendere in considerazione l’idea di creare un piccolo sistema di irrigazione a goccia, controllato con un timer e con non molti soldi ormai è possibile creare delle soluzioni davvero efficienti.

Messe in atto le dovute precauzioni per le piante, non resta che preparare le valigie e partire senza pensieri.

Buone vacanze!

 

 

Omino testa d’erba : un passatempo estivo

L’omino testa d’erba è a metà tra un gioco educativo per bambini e un riutilizzo simpatico di calze e materiali di vario genere. Come vedremo, le varianti sono infinite, così come i materiali da utilizzare. Noi daremo solo delle linee guida per realizzarlo con le possibili sostituzioni.

Occorrente :

  • calza
  • semi
  • substrato ( terriccio, torba, cotone idrofilo, segatura…ecc…)
  • elastici
  • accessori

A seconda dal soggetto che si desidera realizzare, si possono utilizzare calze di nylon o calzini di cotone. Chiaramente materiali di recupero: calze smagliate o i famosi calzini spaiati vanno benissimo. Anche la scelta dei semi è puramente indicativa: sarebbe preferibile utilizzare semi di prato, tuttavia, in mancanza, si può adoperare quello che si ha in casa. Lenticchie, mangime degli uccellini o germogli possono essere un discreto sostituto. Nella lista per substrato s’intende il materiale sul quale cresceranno i semi. Può andare bene tutto, anche la segatura o l’ovatta, purché sia un materiale inerte (per impedire la proliferazione di muffe) che trattenga bene l’umidità.

Fondamentale è l’ordine di inserimento: la calza va riempita prima con i semi e poi con il substrato. Va chiusa, annodandola alla base e con degli elastici bisogna sagomare e fermare il naso e, volendo, anche le orecchie.

Aggiungere gli accessori realizzati con panno lenci, o in alternativa, disegnare occhi e bocca con un pennarello indelebile.

Dicevamo, l’omino testa d’erba può essere un valido gioco educativo per i bambini: dovranno prendersene cura, bagnandolo quotidianamente, almeno fino a che i semi non siano germogliati. Una volta spuntati i “capelli”, invece potranno divertirsi a creare acconciature o, addirittura, a tagliarli. Seguendo lo stesso procedimento, è possibile realizzare anche altri soggetti. Sostituendo la calza di nylon con un coloratissimo calzino e usando dei semplici bottoni per fare occhi e naso, si può creare, ad esempio uno simpaticissimo riccio, con fili d’erba al posto degli aculei. Anche in questo caso bisogna ricordarsi di disporre prima i semi e poi il substrato.

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